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Quartier Generale

 

04 maggio

Colazione per tutti tranne che per Max che raggiunto telefonicamente in stanza comunica una sua indisposizione. Malessere che raggiungerà il culmine proprio nel momento di partire per il consueto appuntamento con il live delle 14.00. Niente da fare, piegato da una dolorosa colica addominale il chitarrista deve far dar for-fait e di conseguenza anche noi. In Giappone si prendono sempre un po' male con i cambi di programma dell'ultima ora, oltretutto a seguito della buona riuscita dei concerti  precedenti oggi il pubblico in attesa è notevolmente aumentato. Sono arrivati anche due ragazze da Tokyo (400 km). Tutti quanti si dovranno accontentare di una presenza simbolica sul palco che ci vedrà presentare le nostre scuse con traduzione simultanea di una intimiditissima Yuki. Alla motivazione del for-fait per problemi di salute: "ÖOOTOOHHAFEGUEFGERYRYURUH$#^^*C max" (più o meno) il pubblico reagisce con un composto preoccupato sommesso e fin anche partecipe "uuuuuuuuuuh"

Tutti liberi quindi di raggiungere Osaka per completare il giro delle visite alla città. Ninja solitario si perde tra musei e castello, Samuel Vicio e alcuni tecnici vanno a fare incetta di cianfrusaglie informatiche a basso prezzo, Boosta torna dal tatuatore.

Max in stanza si spara un Harry Potter prestatogli premurosamente dal Ninja. Cena sul tatami di un ristorante del centro. Durante la cena si accende una vivace discussione-sclero tra i tecnici che coinvolge alla fine un po' tutti. Tutti contro tutti. Parapiglia totale. Noi ci siamo abituati ma Yuki ne rimane profondamente turbata. I giapponesi sono difatti molto flemmatici e non amano perdere le staffe, non sono molto abituati alle nostre folkloristiche modalità relazionali. Il giorno dopo ci sentiremo in dovere di spiegarle qualcosa in più dell'italico temperamento, anche perché come sempre dopo qualche ora eravamo già lì a fare campai con il sakè come se nulla fosse. Un gruppetto capitanato da Samuel andrà alla ricerca di territori notturni underground trovando una bella serata hip hop nel quartiere America-Mura. 

La città giapponesi sono straordinariamente silenziose. I motori delle auto non fanno praticamente rumore. Bisogna fare piuttosto cisti ad attraversare perché non li senti e oltretutto esattamente come in Inghilterra quando attraversi ti arrivano a trucco dalla parte opposta. Il clacson è assolutamente out. Così come lo squillo dei cellulari. Anzi per certi versi i cellulari stessi. Tutti li possiedono e li maneggiano sovente ma quasi nessuno ci telefona. Sappiamo che esistono degli optional gps. Immaginiamo che vengano utilizzati a mo' di agenda o per via degli sms. Certamente sono usati come macchine fotografiche. 

Fatto sta che per strada, nei vagoni dell'efficientissima metro, nelle numerose strade sotterranee, non si odono squilli, strombazzamenti o schiamazzi di sorta. I giapponesi sono estremamente cool. Contrariamente a quanto si può immaginare non ci sono visibili manifestazioni di stress, nonostante l'alto grado di attività produttiva, le numerose ore di lavoro, la fissazione quasi maniacale per la puntualità (una amica che lavora in televisione ci parla di cazziatoni per ritardi di trenta secondi). Le manifestazioni nevrotiche sono infinitamente più evidenti nelle città del nord-Italia. Quello che salta all'occhio è invece il grado di stanchezza molto evidente nei volti della gente che sovente proprio sui mezzi pubblici si addormenta.

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