Abbiamo sottoscritto la campagna di Legambiente contro questo folle e sporco tentativo delle istituzioni di riabilitare l'energia nucleare in Italia e a favore delle energie rinnovabili e dell'efficienza energetica. Inviatiamo tutti a fare altrettanto:
http://www.legambiente.eu/documenti/2008/1006_nucleare/appello.php
oggi alle 17 su radio 105 e www.105.net Subsonica (Max+Samuel) con Ringo: chiacchiere, musica e canzoncine acustiche...
dopo i vari post sull'argomento ho apportato qualche modifica alla gestione del login. per evitare di doversi sempre idenfiticare ora la sessione rimane aperta fino a quando non si preme 'logout'. almeno spero (data l'ora).
Adesso perchè identificarsi? Perchè - per ovvie ragioni di sicurezza antispam - se si è identificati le possibilità di postare sono molto maggiori, in particolare si possono inserire immagini, video, link, oggetti vari e inotre non si devono aspettare 10 minuti fra un post e il successivo. Oltre vabbè all'avatar. fatemi sapere neee. cia
A distanza di anni non ho ancora capito come fare a non distrarmi continuamente.
A non disperdermi nelle reti mentali affollate dai miei pensieri.
Con il passare del tempo credo che il fatto stia prendendo una piega preoccupante.
Ogni volta che esco di casa ho la netta sensazione di essermi dimenticato qualcosa,
una sottile ansia annegata nella fretta di ogni partenza.
La stessa ansia che provo ogni volta che ritorno a casa, quando cerco le chiavi e puntualmente non le trovo.
Passo almeno un minuto con la certezza lacerante di averle perse, ripetendomi nella testa che, prima o poi, sarebbe successo.
Poi le ritrovo, ad aspettare il loro turno, in qualche anfratto della mia valigia.
Nuotando in un oceano di pensieri, esco di casa, mi dirigo verso piazza Vittorio,
imbocco via Po, e la percorro con la spensieratezza che solo questo tratto di strada sa regalarmi.
In quel piccolo scorcio di vita, odori e rumori tra casa mia dallo studio,
moltissime idee, sono state elaborate dalla mia distrattissima testa ed ogni colonna dei portici, ogni negozio, ogni studente di Palazzo Nuovo in coda per un calzone alla Piramide, mi fà sentire a casa.
Ma è di nuovo tempo di partire, e questa volta ho la netta sensazione che qualcosa di strano stia accadendo.
La mattina in piazza Vittorio è sempre rigogliosa, con le nuvole o col sole la piazza ribolle di anime in movimento, furgoni che consegnano, macchinette del caffè che gorgogliano, una piccola e rassicurante sinfonia urbana che accompagna i miei risvegli da sempre.
Il tourbus della Gibson è li ad aspettarci, colora la nostra piazza di rosso, come un gigantesco addobbo natalizio geneticamente modificato.
Incrocio josè l’autista Franco-Span-Americano sposato con un italiana, che impreca contro il nostro italico modo di interpretare il traffico stradale, effettivamente molto creativo. “Italien de merd!”
Lo saluto e ne ricevo un grugnito.
Il primo incontro con lui non è quasi mai gradevole, ma con lo scorrere dei minuti si addolcisce sempre più.
“Ciao raghi com’è?”
“Bene! Hai portato la tastiera?”mi dice busta.
Ecco! avevo promesso di portare una delle mie tastiere, al busta per allestire un piccolo set acustico da provare sul tourbus.
Poso la valigia e corro verso casa per recuperare l’oggetto, ripercorro tutta la strada fatta, come un film in rewind.
E qui accade qualcosa di veramente strano.
Le immagini mi scivolano addosso con una rapidità impressionante, ogni cosa si deforma, si allunga, lasciando intravedere un mondo completamente avulso dalla realtà incastonato in quello vero.
Inizio a guardarmi intorno, attonito, ma non riesco a capire .Corro!
Vedo esseri stranissimi, ranocchie grandi come mucche, e coloratissime foche parlanti, i passanti si deformano digrignando i denti o spalancando gl’occhi giganteschi. Guardo i miei piedi e non li vedo più!
In dieci minuti siamo tutti a bordo e lo jose bestemmiante parte.
Non oso dire nulla ai miei soci di quanto appena visto, anche perché non so nemmeno io che cosa ho visto, ma tutto sembra tornato alla normalità, e questo mi basta.
Il viaggio su quel bestione è rilassante, come muoversi rimanendo nella propria cameretta.
Comodità a cui non siamo abituati e che sicuramente rimpiangeremo quando, a fine tour, dovremo restituire il mezzo.
Si viaggia ad una velocità molto ridotta, i tempi si dilatano ed abbiamo a disposizione una piccola sala prove con tanto di chitarre e muro di amplificatori.
Un paradiso viaggiante, un sogno che tutti i musicisti hanno fatto, almeno una volta nella loro vita.
La strada scivola sotto i nostri piedi che manco c’è ne accorgiamo, facciamo versioni elettro acustiche di Discoteca Labirinto, il vento e Nuova ossessione
Vengo ancora assalito da una sensazione strana. I riflessi dei nostri corpi sulle grandi vetrate del bus non corrispondono. E come se ci fosse un’altro me a suonare con i miei soci. È come se la corsa a ritroso di prima avesse innescato una sorta di reazione a catena, avesse aperto un collegamento con un mondo parallelo che in qualche modo sta cercando di mettersi in contatto con me con questi flash.
Una leggerissima pioggia bagna la strada, quando questo accade, mi piace guardare le gocce d’acqua che disegnano rotte imprevedibili sulle finestre, mi perdo cosi, con gl’occhi sbarrati davanti ad un paesaggio che conosco benissimo.
Siamo diretti a Nonantola in provincia di Modena, e l’autostrada Piacenza-Brescia e forse il percorso più tracciato dai Subsonica in questi anni di militanza autostradale.
È forse per questo che ormai misuriamo con film e tornei alla play, la distanza che ci separa alla meta.
“oh! Quanto manca?”
“ un film e mezzo torneo! Piu o meno”
“minchia ! siamo cosi distanti?”
“ lascia stare oggi non ci passa più!”
Oppure.
“dove siamo?”
“due partite e ci siamo!”
“dio fa! Siamo arrivati”
Questa sera suoneremo al Vox, uno dei club più attivi d’Italia per quanto riguarda i live, un palco bello alto un acustica accettabile e moltissima buona musica nelle orecchie della popolazione indigena.
L’ideale per un buon concerto.
La situazione italiana, per quanto riguarda i club, è abbastanza disastrosa, i posti attrezzati sono veramente pochi, quelli poi dove l’acustica è buona non esistono quasi.
Ma Il vox è uno di questi, così ogni volta che ci suoniamo sul nostro volto appare un sorrisetto che generalmente ci accompagna fino alla data successiva.
Mi perdo ancora ed ancora e non riesco a dare una spiegazione a questa sensazione, e come se stessi guardando da una tv tutto quello che mi succede intorno.
Vedo me ed i miei soci come se fossi uno spettatore invisibile.
Dopo i piedi sento sparire lentamente anche le gambe, ed al mio posto si sta materializzando un’altro Samuel. Un Samuel cosciente ma immobilizzato. Assolutamente incapace di compiere qualunque azione.
Vengo come al solito svegliato dalle urla di Ivan, che ci ordina di scendere, sgattaioliamo giù dal bus lasciando jose, che verso sera risulta un filino più simpatico, alle prese con la complicatissima operazione di parcheggio del mezzo.
Facciamo il check, visto che i suoni sono buoni, ci concediamo qualche momento goliardico.
Da quando ho smesso di parlare con la mia valigia o radicalmente cambiato il modo di svagarmi in tour, ora mi diverte immaginarmi, centravanti di una fortissima squadra di calcio “Samueligno” alle prese con un dribling fulminante, usando le scarpe di qualcuno come pallone.
Ovviamente quando il proprietario imprecando incomincia a rincorrermi per riaverle indietro, la cosa si fa più divertente.
Arriva il momento della cena.
Il bar pizzeria di fronte al locale è il posto più indicato, vicino, onesto, e in possesso di tutti quei piatti tipici, pesantissimi, che io di sicuro non posso mangiare ma che piacciono tanto ai nostri tecnici.
Mi butto giù una gustosissima pasta all’olio e mi confondo nella fiumana di gente che gremisce l’entrata del locale.
Mi piace moltissimo arrivare al palco entrando dall’entrata principale, ipotizzare per qualche istante di essere uno del pubblico che viene a vedere un nostro concerto. Mi rilassa.
Il nuovo concerto è abbastanza diverso da quelli fino ad oggi sperimentati.
Parte abbastanza tranquillo, per poi accendersi durante i primi quattro pezzi, ed ancora concedersi una frenata, con “Dentro i miei vuoti” e “Corpo celeste”.
A seconda di come suona il palco, e di come sta messa la mia gola in corsa decidiamo se concludere la prima parte con “Strade” o con “Preso blu”
Una prima parte molto complicata, forse la più complicata di sempre, risulta infatti sempre difficile iniziare un concerto con il groove giusto, e “Piombo” e “Cose che non ho” necessitano di un controllo ritmico e di intensità molto alto.
Una buona palestra per un gruppo, suonare nei club ti da la possibilità di riappropriarti del tuo strumento, di interpretare le sfumature con più attenzione.
Nella seconda parte diamo fondo al nostro lato più maranza, mettiamo in fila una sequenza di brani con la cassa, e due remix, il tutto indossando, fantastiche camice in plastica fluorescente.Fico!
In genere a fine concerto siamo stremati,ci rimane l’energia necessaria per una doccia e per raggiungere il bus.
Mi accorgo che il concerto è andato bene dai sorrisi che josè mi lancia da bordo palco, e penso che anche oggi abbia compiuto la sua metamorfosi, da orso burbero e stronzone, in sorridente e accomodante sornione.
Un’escalation che mi incuriosisce sempre, ma non quanto questa persistente sensazione che mi accompagna da stamattina.
Cosa sta succedendo nella mia testa?
D’improvviso vengo di nuovo rapito di innumerevoli flash luminosi intorno a me.
Tutto ad tratto inizio ad accorgermi di un infinità di particolari inquietanti, d’improvviso ci troviamo in una stanza chiusa, senza porte, vedo ninja che mi sorride e non si accorge di avere un enorme pungiglione conficcato nella schiena, busta con un busto lunghissimo e due piccole gambette scalcianti che corre qua e la inciampando rovinosamente contro ogni cosa, max vestito da ape steso per terra, e vicio che giochicchia con un coltello completamente ricoperto di liquido biancastro.
Tutti hanno un ghigno inespressivo dipinto sul volto ed io con loro mi sento divertito, anche se l’atmosfera è decisamente inquietante.
Sento un rumore persistente provenire da fuori ma non riesco a riconoscerne la fonte, un tintinnio ritmato ripetuto.
La stanza inizia a girare su se stessa e noi, girando con lei veniamo attratti verso le pareti da una potentissima forza centrifuga.
Ogni cosa in un vortice sempre più grande perde di forma, si intravedono mani, occhi, denti, scarpe, rane gigantesche e foche multicolore, schizzi di sangue bianco addirittura sono convinto di aver visto Piero Pelù cercare di rimanere in equilibrio tra noi, ma la stanza gira sempre più veloce, sempre di più, ed ancora ed ancora ed ancora fino a quando tutto sparisce.
Apro gl’occhi e mi ritrovo in un luogo buio, avviluppato a quattro cuscini enormi.
La sveglia sta ripetendo la sua nenia, chissà da quanto ormai, ne riconosco il tintinnio ora!
Era un sogno!
A Nonantola non ci sono mai arrivato perché sono ancora comodamente aderente al letto in un Hotel di Firenze.
Nulla di quello che ho vissuto è realmente accaduto tutto frutto della mia immaginazione, forse.
Gl’ultimi rigurgiti di un mondo complesso e variegato che porto dentro evaporano nel buio, apro le finestre e vedo una Firenze nuvolosissima che mi guarda di sfuggita.
Sono come al solito in ritardo, mi vesto velocemente e mi rotolo giù dalle scale, sono proprio curioso di vedere se qualcosa di quello che ho sognato accadrà veramente oggi.
samueligno
Ciao, tu che amministri la pagina SubsOnicA su facebook ti metti in contatto con me? ninja@subsonica.it. La mia proposta è di trasformarla in una pagina ufficale piuttosto che crearne una nuova.
Fra l'altro mi sono iscritto ai seguenti gruppi:
"UCCIDI SAMUEL DEI SUBSONICA"
"Max Casacci (subsonica) sei scarso...non sei degno della mitica DOUBLE NECK"
"Io sono di Torino e i Subsonica li ascolto da quando eravamo 4 gatti"
"Ma quali Subsonica e altre porcherie, SOLO TRUCEKLAN E DOGO GANG"
"Quelli che vorrebbero comprare una fotocamera nuova al Ninja!"
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