Accogliamo la critica di chi lamenta la mancata descrizione del calore dal pubblico Perugino che è stato avvolgente. Soprattutto in rapporto alle problematiche acustiche della struttura. A volte nelle cronache cerchiamo di variare un attimo per evitare l'effetto copia di resoconti fche inevitabilmente hanno una struttura simile e spesso scriviamo senza nemmeno il tempo di rileggere.
chiariamoci, non c'entriamo veramente nulla e siamo inquietati come voi dalla dicitura dell'offerta. Per cui esiste un sito della MESCAL dove inviare messaggi che serviranno a far comprendere gli autori di questa goliardica mossa promozionale, il vostro disappunto. Per quanto triviali siano spesso gli estremi di questi tre per due, cinque per uno , sedici per quattro fratto due, dai toni francamente un po' squallidi, con la MESCAL si può parlare ed essere ascoltati.
di castello. Alle 20? più o meno per un paio d'ore a desinare al Don Pedro cucina Messicana Tifernate? Io il mio amico Cicciobombo Capaccioni, il mio amico chitarrista e altri amichetti de l'umbria ce saremo.
per le informazioni relative al Tora Tora consigliamo il sito della Mescal
per ciò che riguardxa l'otto Giugno a Brescia suoneremo a sostegno di Radio onda d'urto che recentemente è stata danneggiata da un incendio probabilmente con i grandissimi linea 77.
Ultima tappa di questo tris di date, prima di una breve pausa. PERUGIA al PALAEVANGELISTI, uno dei palazzetti più temibili dal punto di vista acustico. Già sperimentato in passato. La data era stata rinviata a causa della concomitanza dei raggiunti play-off pallavolistici dei beniamini locali. In realtà ci sembra che molti promoter si muovano con cautela, avendo a che fare con un momento storico assai rischioso per le date. La maggior parte dei concerti in circolazione costano davvero molto, e richiamano spesso, con amara sorpresa degli organizzatori costretti per contratto a sborsare sull'unghia vagonate di migliaia di euro, poche centinaia di persone. E' il caso ad esempio del recente concerto di una pop star italiana di grido, super promossa e super trasmessa da ogni radio, che due giorni fa ha totalizzato proprio a PERUGIA poco più di quattrocento spettatori paganti. Un segnale che in troppi si ostinano a non volere correttamente interpretare. In questo momento la musica delle multinazionali, del più puro spirito di marketing, della competizione, del prodotto, dell'impresa diventa un costo pubblico. Si aggancia all'ancora salvifica delle manifestazioni di piazza o dei cartelloni sponsorizzati dai comuni nelle rassegne estive, nei concerti gratuiti a spese del contribuente. Un puro paradosso. Tutto questo mentre, ad esempio, i Linea 77 entrano per la prima volta in classifica, e incominciano a richiamare migliaia di ragazzi desiderosi di musica vera. Tutto questo mentre il nuovo Tora! Tora! rischierà di muoversi richiamando gente da tutta Italia nell'assoluta indifferenza mediatica.
Passiamo oltre.
Oggi siamo stropicciati mica da ridere, qualcuno chiede un massaggiatore mentre gli altri riscaldano per bene muscoli a rischio di stiramento. Arrivano i Mambassa ed è già subito parapiglia, una serie di scherzi incrociati che culmineranno nel deturpamento ad opera di pennarello indelebile di una chitarra. Il perfido chitarrista Lemon suonerà infatti inconsapevolmente tutto il set con una bella scritta sulla paletta della telecaster: "io sono un cornuto!" per il sollazzo delle prime file. Partiamo e suoniamo, faticando un po' di più per il caldo e le difficoltà acustiche, ma suoniamo compatti e potenti. E il pubblico reagisce altrettanto compatto.
Fine serata per il saliscendi delle vie di Perugia alla ricerca di qualche posto aperto. Troveremo ben poca roba, oltretutto un'ordinanza provinciale costringe la maggior parte dei locali ad una serrata entro le due. Ci spostiamo con un codazzo di una cinquantina di persone, raggiungiamo un locale più ampio degli altri e chiediamo in funzione del numero di potenziali clienti di animare un tantino la musica e di evitare il clima da sbaraccamento imminente. Il proprietario ci dice "venti minuti e non di più" poi noi si chiude. Leviamo immediatamente le tende, c'è anche chi esce con il bicchiere in mano. Alla vista di quel patrimonio che defluisce il proprietario si rende conto di aver pronunciato la frase sbagliata. Termineremo in una specie di cantina a tracannare vodka-tonic a ritmo di sconfortante salsa e merengue modello aqua-gym del villaggio turistico, ascoltando le lamentele dei ragazzi, in prevalenza studenti, che ci parleranno della mancanza di vivacità di Perugia. E' vero che è Domenica, ma sarebbe davvero grave se una grande città studentesca, storicamente nelle mani politiche di chi dovrebbe garantire socialità ed aggregazione piuttosto che coprifuoco e televisione, si rivelasse un luogo spento e chiuso in orari rigidi. Un errore che molte giunte di sinistra sedotte dal perbenismo moderato e paralizzate nel terrore di qualche becera critica sulla cronaca cittadina hanno già pagato caro in altri luoghi.
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