la perplessità più gettonata nelle discussioni sul chi come e se votare alle europee è senza dubbio la presunta improponibilità dei politici candidati. Si parla ovviamente del mondo di sinistra. Dall'altra parte sono più decisamente di bocca buona: una cravatta, un po' di lampada, qualche esternazione di perbenismo forcaiolo e il gioco è sostanzialmente fatto.
Quello su cui mi viene da riflettere è: ma abbiamo davvero bisogno di essere affascinati da qualche p.r. della politica? Cioè, una volta un politico doveva avere carisma, doveva arringare una folla, declamare un discorso figlio del proprio pensiero con voce tonante, e gesti d'enfasi. C'era addirittura chi si presentava ai comizi senza fogli scritti per risultare ancora più trascinante. Un margine di commedia tutto sommato accettabile che in buona sostanza non snaturava il percorso tra il pensiero-programma politico e la sua rappresentazione pubblica.
Ora qui tutto è diverso. Un politico viene spesso valutato per la rapidità della battuta, per come risulta accattivante inquadrato dalle telecamere, per quanto sa rassicurare mamme e piccini ma allo stesso tempo irrompere con decisione sulle argomentazioni altrui sovrastandole con il peso del carattere di chi non si fa certo mettere i piedi in testa. Qualità non differenti da quelle richieste ai conduttori dei quiz televisivi insomma. Per cui mi domando, se la selezione naturale dei portavoce della politica deve seguire questi criteri, siamo sicuri che a noi importi davvero ancora molo delle "personalità" politiche? Non è che per caso il culto del soggetto politico, del personaggio più o meno (molto meno che più stando alle impressioni attualmente riscontrate)carismatico, appartengono ad una mentalità d'altri tempi. Di fronte alle recenti derive della politica-spettacolo quotidianamente somministrate nei salotti della t.v., non dovremmo incominciare a valutare il culto della personalità come un mito del passato? Del 900 per dirla tutta? Non potremmo limitarci a sostenere un ordine di pensiero che a sinistra offre invece indubbiamente un ampia gamma di scelte diversificate? Non dovremmo pensare che quello che mangeremo o respireremo, che le limitazioni della libertà di ognuno, che la vita o la morte per povertà e guerre di molta gente sparsa per il mondo può dipendere dall'attribuzione o meno di un peso politico nel parlamento europeo? Non dovrebbe bastarci questo anzichè il colore della giacca di Agnoletto, la cravatta di Bertinotti, l'espressione sempre più simil enricoruggeri di Rizzo o gli sforzi retorici dei moderati provati dalla vana impresa di convincere un po' tutti senza nemmeno tentare di incominciare da loro stessi? Insomma io sono convinto che quello che voterò (anche se ogni volta che me ne spunta uno in t.v. mi passa la voglia) darà la possibilità a tutti quelli che mai conoscerò e che non si sognano nemmeno di farsi inquadrare dalle telecamere, di lavorare per dare solidità alle garanzie che il mio voto chiede. Nel sociale, nella scuola, nella sanità, nelle aree a rischio, nell'opposizione strutturale alla guerra,nella tutela delle libertà, nella necessaria consapevolezza di quello che succede in tre quarti del mondo A me sinceramente non serve dare volto e voce e sorriso accattivante, nè tantomeno espressione sofferta e convincente a tutto ciò.
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