L’idea di suonare allo Sziget ovviamente mi ha galvanizzato dal primo momento, ma quando ho scoperto che avremmo “aperto” il live degli Iron Maiden...azzzz.....il sogno della vita di un adolescente capellone si è coronato.
Vederli arrivare nel backstage (5 camerini solo per loro!!) è valso per me più del concerto stesso e ho davvero capito cosa vuol dire essere “fan” di qualcuno: vedi cinque persone con cui non hai mai neanche scambiato una parola, ma ti sembra di conoscerli da sempre...motivo per cui, appena ho visto Steve Harris-bassista, leader e ideologo della band londinese- mi sono fiondato a chiedergli una foto. Beh, la disponibilità è un’altra roba ancora (dieci minuti di attesa come un cretino con la macchina foto in mano, ad aspettare che il GrandUomo finisse di parlare con un tizio), ma ne è valsa la pena. ;))
V
il diario di bordo è stato aggiornato con le cronache dei concerti di Genova, dei due secret show murazziani e del live ungherese sul mainstage dello Sziget festival di Budapest. Video foto etc etc.
Io (max) e Ninja partiremo in direzione mitteleuropa, la notte stessa. Entrambi in dolce compagnia. Qualche ora di sonno a Malpensa e poi in volo nel cielo del primo mattino. Altre risicate ore di sonno in albergo e poi giù, anzi su, nella città alta a visitare una Budapest ancora tutta da scoprire. Lonely Planet sottobraccio e via a tutto il più classico repertorio turistico. Finiremo anche con tanto di cappellino di paglia in testa, sul pullman del city sightseen e non ci faremo nemmeno mancar il giro in battello sul Danubio.
In seguito, una volta compresa in linea di massima la geografia, ci lanceremo in escursioni più mirate e meno dozzinali (passerò una mattinata sulle orme della psicanalisi Ferencziana). Non senza prima avere completato il protocollo con la classica giornata alle terme quelle meravigliosamente liberty dell'hotel Gellert. Talmente goduriosa che ad ascoltarne il resoconto Boosta e Vicio chiederanno di poterci tornare insieme.
La prima visita allo Sziget è per i Gorillaz sound system. Il festival è impressionante per struttura e quantità di persone. Anche l'atmosfera è singolare, si ha realmente la percezione che l'Europa incominci ad esistere anche fuori dai disegni legislativi e dalle emanazioni tecnocratiche. Un'Europa giovane rumorosa e bella.
In pratica il festival si svolge sull'intera isola fluviale di Obuda, che per una settimana diventa libero territorio apolide della musica e dei suoi protagonisti. Quasi una decina i palchi che vanno dall'enorme main stage (dove suoneremo noi), al tendone elettronico, passando per il palco metallaro, quello reggae , quello world, quello del teatro e molti altri. Il tutto circondato da tende piazzate ovunque. Non manca ovviamente la colonia italiana, ovvero il campeggio di Ettore che con simpatico accento barese ci spiega "organizzo la situazione qui allo sziget da otto anni e all'inizio mi dicevano mooo che stai afffere, la situazione solo italiana? Poi però io tanto lo so che : lavvuoi la doccia o non lavvuoi la doccia? Mò pure che ci hai la cresta ribelle, la vvuoisichelavvuoi la doccia. E ti piace pure pulita. E io qui te la faccio trovare. E che vuoi mangiare bene o non vuoi mangiare bene? E alla fine qui c'è pieno di gente."
Cucine da strada, giostre adrenaliniche, stand artigianali, persino un curioso Chuck Norris bar, luci e suoni giorno e notte, ma senza quella estraniante sensazione da fiera dello squallore, che in Italia finisci quasi sempre per provare dai megafestival, alle feste del Pd.
Dopo due giorni vacanzieri, alle 11,30 del 14 Silvia Magoni, eletta all'unanimità comandante in capo, convoca noi, Cipo, Tony, Rudy, Sem e il giovane Enrico (addetto ai guasti della strumentazione di Boosta) per la partenza vero il mainstage. Sarà dei nostri anche Mirco Veronesi, in veste amichevole ma in procinto di riprendere il suo ruolo di direzione di produzione nella nuova avventura.
Il backstage e il ristorante dietro il palco sono a misura di star, la serata avrà infatti come head liners gli Iron Maiden.
L'organizzazione è impressionante. Fà un certo effetto vedere la scritta Subsonica stampata in verticale su lamiera, di fronte a quella di ugual misura dei Maiden, che indica il camerino. Dietro il palco riconosciamo Johnny Marr, già chitarrista degli Smiths, ospite dei giovani britannici The Cribs, la band che salirà subito dopo di noi. Devo ammettere, che essendomi formato musicalmente negli anni' 80, provo una certa emozione a chiacchierare insieme a Boosta con lui al punto che senza più trattenermi gli domando spudoratamente foto e autografo. Con Marr parleremo abbondantemente prima e dopo il concerto, ricevendo anche i suoi complimenti. Naturalmente lo riforniremo a dovere di cd e dvd subsonici, incrociando pure i contatti.
Vicio e Boosta invece sono in completa fibrillazione per i Maiden. Ma questa cosa la facciamo raccontare a loro.
Nel camerino un quarto d'ora prima dell'inizio c'è un po' di tensione, dovuta alla consapevolezza di giocare nell'arco dei successivi settanta minuti la possibilità di una futura presenza massiccia nei festival europei. Le incognite sono
a) dopo un anno di blocco forzato saremo in grado di gestire un palco così grande?
b) come reagiranno i fan dei maiden già posizionati dalle prime ore del pomeriggio sotto il sole a picco, quando spareremo i brani con la cassa in quattro?
neanche il tempo di darsi una risposta che è già ora di salire.
Sulle prime note dub reggae della versione di "Piombo" le facce dei metallari si fanno comprensibilmente cupe e le dita medie di sollevano. Alle loro spalle però sventolano bandiere tricolori che nemmeno alla convention di Forza Italia. I cori "Berlusconi pezzo di merda", dicono però chiaramente che non siamo ad una convention di Forza Italia.
Prima di salire, in effetti, una responsabile dello Sziget, vedendo le bandiere, vedendo noi nerovestiti e pure un po' testerasati e sentendo gridare in coro Berlusconi... , aveva domandato un po' preoccupata che cosa stesse inneggiando la folla. Alla risposta " berlusconi asshole" il suo sorriso improvvisamente disteso ci dava il benvenuto sul palco di uno dei più importanti concerti di sempre.
Piombo-veleno-aurorasogna-colpoipisola-liberitutti, così giusto per gradire un po' di adrenalina made in italy e per convincere brano dopo brano i giovani rockettari che esistono modi diversi di sudare sopra e sotto il palco
E poi discolabirinto-nuvolerapide-aliscure-ilcentrodella fiamma-ilmiodj-nuovaossessione-activator-l'ultimarisposta-uppatriots-. giusto per per fare ballare in modo diverso e per fare capire che non siamo venuti dalla provincia dell'impero musicale a imitare inglesi e americani.
Inizia con berlusconipezzodimerda e finisce con un più internazionale "we want more we want more". In mezzo succede un po' di tutto, tipo Samuel che attacca a cantare activator sulla base del mio dj, ma l'umore è buono e ci facciamo tutti una bella risata tirando dritti e osservando il pubblico crescere pezzo dopo pezzo contagiandosi nella danza. Il nostro pubblico, insieme ai ragazzi italiani già frequentatori dello sziget ci regala un entusiasmo che in trasferta vale doppio, e che risulterà determinante per avvicinare sotto il paco diverse migliaia di spettatori incuriositi.
Scendiamo fradici di sudore ma visibilmente soddisfatti.
Io come a volte succede mi sono aperto il mignolo a forza di scazzottare la chitarra, ma un po' di sangue sul battipenna nel pomeriggio che prelude al "six six six the number of the beast" ci può stare elegantemente.
A circa un anno dalle ultime esibizioni live, e con pochi giorni a disposizione per le prove decidiamo di prepararci per lo Sziget provando direttamente davanti al pubblico.
O meglio: un paio di giorni li trascorriamo in sala prova per ripristinare la memoria e poi tre date di prova, per arrivare rodati al meglio sul main stage del più grande festival europeo.
La giornata passata al quartiere Cep di Voltri (Genova) è di quelle che non si dimenticano.
Personalmente mi piacerebbe che tutti i concerti fossero così: la musica a fare da vettore di una giornata unica e irripetibile, ricca di significati , testimonianze, realtà. Credo che i tremila presenti di quel martedì abbiano goduto di un bel concerto, abbiano riso delle nostre amnesie, e altrettanto si siano emozionati per le parole dell'ottantaduenne Don Gallo ("fate l'amore, non la guerra, e fatelo con il preservativo!") e per i messaggi ricchi di senso e di pronunciati da quel palco, in quel singolare contesto.
Il quartiere Cep è il classico dormitorio di case popolari, ben presto declassato a territorio di frontiera. A ghetto. Per anni diventa il luogo più insicuro di Genova, fino a quando qualcuno non decide spontaneamente di fare qualche cosa. Carlo Besana, farmacista, sguardo buono e luminoso, persona capace di raccogliere la fiducia degli abitanti del quartiere. E' lui che coinvolge il governatore Burlando in una serie di confronti con gli abitanti ed è sempre lui che invita i ragazzi di Don Gallo a inventare attività sociali per accendere la luce in un luogo di coprifuoco e insicurezza.
Il concerto dei Subsonica (e degli Assalti Frontali) è solo uno di questi appuntamenti. Forse il più appariscente, perché in grado di portare al Cep ragazzi di mezza Italia e perché sarà l'unica nostra data italiana ufficiale in tutto il 2010.
Dal vivo per la prima volta suoneremo "Benzina Ogoshi": brano composto e registrato in non più di venti minuti per i titoli di coda dello nostro delirante Z-horror "uccisi dalla commerciabbilità": breve film, girato con un I phone nella casa di campagna durante le session creative per il nuovo lavoro.
Diventato un piccolo culto web, "Benzina Ogoshi" è un brano farneticante ricavato da messaggi di insulti ricevuti negli ultimi anni sul nostro sito. Ancora non sappiamo se verrà inserito o meno nel prossimo album, ma nel frattempo ci divertiamo a suonarlo. Incrementando così le versioni su you tube.
Da Giancarlo l'atmosfera è invece proprio quella del secret show. Rilassata e amichevole, ma anche un po' glamour. Del tipo che c'è una buona parte di città contenta di avere ricevuto la dritta dall'amico dell'amico che conosce un amico di amici, e di partecipare a qualche cosa di intimo e un po' esclusivo. Poi ci sono un po' di volti noti dei concerti (non abbiamo potuto segnalare questo appuntamento sul sito per ovvi motivi di capienza), che hanno intercettato il passaparola. Ci sono anche giornalisti di cronaca, musicisti , gestori di locali, dj, come anche i personaggi più strani incontrati in questi anni. Tra i quali Stefano il venditore di barzellette, che salirà a presentare il live del mercoledì. Insieme ad un acclamatissimo Giancarlo. E' bello e rigenerante ogni tanto ritornare al fiume, dove tutto è incominciato.
Don Gallo, i Subsonica e le strade che portano al Palacep
Le strade di Genova, quelle buie degli ultimi e degli emarginati, ma anche quelle tortuose di un’Italia raccontata in tutte le sue contraddizioni in quasi quindici anni di carriera. Don Gallo e i Subsonica, il prete che va in direzione ostinata e contraria e il gruppo che ha portato la propria musica in ogni angolo della Penisola, e che la prossima settimana toccherà anche lo Sziget Festival di Budapest. Due realtà solo apparentemente distanti, riunite mercoledì dalla strada che porta al Cep, le cui curve sono state drizzate negli anni dall’impegno degli abitanti che hanno creato una comunità forte, attiva, in grado di dare vita ad un luogo come il Palacep nel quale Genova ed i Subsonica hanno reso il dovuto omaggio ad una realtà altrettanto importante. Quarant’anni di attività, quelli della Comunità di San Benedetto, festeggiati da una delle band più vive della musica italiana, sempre attenta e puntuale nell’analizzare le dinamiche e le evoluzioni della nostra società. “Si parla tanto di legge, ordine e presidi militarizzati –ha spiegato il leader e chitarrista Max Casacci dal palco- ma non c’è risposta migliore della socialità, dell’attività notturna e della vita. Invitiamo il sindaco di Genova a fare qualcosa di più sugli orari e sulla qualità degli spazi per rendere viva la città e non lasciare che la notte sia ostaggio dell’illegalità”. Un’idea di spazio attivo d’interazione simboleggiato dalla folla che ha raggiunto la struttura nella quale negli ultimi mesi si sono succedute numerose attività musicali e culturali, che hanno contribuito a far dimenticare l’etichetta del Cep come quartiere difficile, associando invece il suo nome a serate come quella vissuta solo pochi giorni fa. “Qui –ha spiegato Carlo Besana, instancabile promotore delle attività del luogo- abbiamo festeggiato i cinquant’anni di sacerdozio di Don Gallo, mentre stasera celebriamo l’attività della Comunità da lui fondata. Inoltre ho il privilegio di nominarlo socio onorario del consorzio Sportivo Pianacci”. Lui, il prete che invita a fare l’amore con il preservativo, ha risposto con il consueto entusiasmo, sventolando la bandiera della Pace e invitando i giovani arrivati da tutta l’Italia “a tirare su la testa”, a gridare “viva la libertà”, sorprendendo con la sua vitalità coloro che non avevano mai avuto il piacere d’incontrarlo e regalando l’ennesimo motivo di orgoglio ai tanti che da anni lo seguono nelle sue battaglie tenaci ma pacifiche verso l’uguaglianza ed il rispetto per i diritti. Dai volontari della Comunità agli attivisti dei Centri Sociali, fino agli Zero Plastica e gli Assalti Frontali che hanno aperto la lunga serata. Poi la festa più adrenalinica, quella con Strade, Disco Labirinto, Tutti i miei sbagli, Nuvole Rapide e tutti i classici dei Subsonica che Samuel e compagni hanno riproposto dal vivo ad un anno dall’ultimo live, con l’aggiunta dell’inedito ed ironico “Benzina Ogoshi”. Ingredienti di una notte magica lassù al Cep, dove le strade e le persone s’incontrano regalando grandi emozioni.
08/08/2010 - www.cittadigenova.com
Benedetto Marchese
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