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SUBSONICA 01/01/13 23:48

un buon 2013 presidenziale


Cari terrestri, rieccoci qui per il saluto presidenziale in occasione di un nuovo anno, che sono già poi sedici, da bene augurarci insieme.
La prenderò alla lontana.
Era, tipo,  un Capodanno 198.. (ottanta più ottanta meno). All'epoca nella Firenze capitale della musica dark, frequentavo una fanciulla. Proprio per trascorrere l'ultimo del anno insieme a lei mi ci recai. Ero solito viaggiare con un sacco a pelo d'emergenza sempre con me. Immaginate un diciottenne squattrinato come un diciottenne squattrinato, che comprava giacche e camicie al mercato delle pulci (il Balon di Torino) e girava con il guantino a dita mozzate secondo i canoni del bel tenebrosismo new wave dell'epoca.
Passai una bellissima serata tra quando poco dopo lo scoccare della mezzanotte la mia Cenerentola, mi annunciò l'imminente rientro a casa, dai genitori. Le porte di quella dimora mi erano ovviamente precluse e improvvisamente mi resi conto, analizzando la situazione che, risultato dell'impeto di quella trasferta era il ritrovarmi perfettamente solo e spiantato in mezzo al gelo di una città intenta a tirare petardi.
Feci un giro per vedere di rimediare soluzioni di qualche tipo presso i gruppi di ragazzi che girovagavano festanti. Ma alla fine la prospettiva sacco/stazione si profilò come unica exit strategy percorribile.
Così con il mio smoking pagato diecimila lire , e il sacco a pelo alpino, mi avvicinai a un gruppo di fricchettoni bolognesi ubriachi fradici  che si accingevano a bivaccare nell'atrio. Mi stesi vicino a loro, più per un qualche atavico istinto umano di sopravvivenza in ambienti ostili, che per affinità e, meditando sulla complessiva mancanza di strategia e di linee programmatiche della mia esistenza mi addormentai.
Mi svegliò un calcio e la voce poco delicata di un poliziotto che apostrofando tutto il gruppo barbonizzato nell'atrio della Stazione di Santa Maria Novella -capolavoro di razionalismo architettonico- con un “muovetevi pezzenti che qui si deve pulire“, mi inflisse uno dei peggiori risvegli. Barcollai dal sonno fino al primo treno in partenza per Torino e dopo aver preso la multa addormentai profondamente infelice, frustrato e in apprensione per il futuro.
Ieri sera, trenta anni  dopo, la Piazza della Stazione di Firenze era stracolma per il concerto dei Subsonica. Nel camerino allestito in una stilosa sala in marmo e legno dell'architetto Michelucci, abbiamo ricevuto la complimentosa visita del Sindaco, e del manager feroviario. Apprestandomi a rientrare dopo il live accolto in modo trionfale da almeno 60.000 persone presso il vicino e confortevole Hotel Ambasciatori, non prima di aver firmato gli ultimi autografi per strada, buttando uno sguardo alla Stazione, mi è scappato un sorriso.
Perché cari terrestri vi racconto tutto ciò?
Forse per dimostrarvi che bisogna credere nei sogni, in questo caso la musica, con determinazione, sacrificio, fatica etc etc etc? No, niente di tutto ciò .
Mi premeva sottolineare che alcune serate finiscono in un modo e altre in un altro. Che senza bassi livelli non esistono altezze, e che le due misurazioni si accrescono vicendevolmente.
Insomma in questo nuovo anno tutti i vostri momenti peggiori serviranno solo a definire in modo più nitido e appagante quelli migliori, che vi auguro davvero siano tanti, ma soprattutto spero che vi accorgerete di averli, di viverli, per non dovere poi rimpiangere nulla alla moviola.
Grazie a voi io il Capodanno di ieri me lo sono goduto davvero a fondo, in ogni istante.
E quindi tanta groova, tanta vita, equilibrio, serenità, serendipità, curiosità, lavoro e cose appassionanti, sorrisi e sguardi sinceri a voi.
Max, Il vostro Presi.


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