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SUBSONICA 23/03/02

Concerto alla Cantin ..

Concerto alla Cantina di Fefe - Brucoli (Siracusa)  locale pieno con circa 900 persone.

Sappiamo che i maligni malignano sul trasferimento della data dal PalaCatania al locale distante 40 km per scarsi dati di prevendita. I maligni hanno ragione. Il promoter non ha giustamente voluto rischiare gli alti costi della struttura sommati ai costi del concerto. Si pensava all'annullamento della data ma noi abbiamo insistito per trovare comunque un luogo in zona. Le cantine Fefe si trovano su una baia di quello che sembra un paese di pescatori e probabilmente lo è. Brucoli. Sono una commistione tra ristorante, sala danze e luogo per concerti in cui ogni dimensione sconfina nell'altra. Il gestore è Raffaele un appassionato come non ce ne sono mai abbastanza nonché un ospitalissimo padrone di casa. La Sicilia è una terra profondamente ospitale. 

I nostri tecnici sono davvero incredibili, hanno formato una famiglia ormai indissolubile che vive, lavora, si diverte (anche nel lavoro) e talvolta litiga animatamente come una vera famiglia, appunto. E quando serve senza aspettare nessuna richiesta si inventa le situazioni più fantasiose perché la resa tecnica sia la migliore possibile. In un locale dalle dimensioni ridotte tutto ciò fa un enorme differenza. Quando arriviamo sul posto dopo essere passati alla Ricordi per la firma di alcuni cd davanti a poco più di una ventina di ragazzi e vediamo la scenografia montata quando sembrava impossibile con le casse disposte nelle posizioni più incredibili per coprire tutti gli spazi, li ringraziamo quasi commossi. Ci stordiamo con altre interviste e incominciamo a perdere colpi. Siamo stanchi, per alcuni di noi le 48 ore torinesi sono state solo un incremento di affaticamento logistico-organizzativo, non abbiamo più messo la testa fuori dal tour da troppo tempo. Portare avanti i concerti e la promozione in simultanea incomincia a dare adito a sintomi di sclero notevoli. Samuel abbandona e scompare prima di un'ulteriore intervista video che incomincia con la domanda "parlateci del vostro recente lp Musicaematica". (In passato ci siamo già dovuti sorbire "Amoreromantico" e "Amoretematico"). I più pazienti Max e Boosta rimangono a rispondere mentre i piatti della cena si raffreddano, ma lo sguardo rivolto ad Elena della Mescal è piuttosto eloquente. D'altra parte è un bene che sia presente per verificare sul campo quanto sia possibile e quanto sia decisamente aldilà della migliore buona volontà.

Però sappiamo che stasera l'atmosfera sarà speciale. Non suoniamo in un piccolo locale da anni e ce la vogliamo godere. Il tasso alcolemico è a livelli di guardia già a metà concerto e il primo bis è denso di una violenta carica hard-core. Il terzo bis è invece free-style. Salendo sul palco agguantiamo il backliner Tony e gli voliamo addosso a mo' di gang-bang. Nel frattempo Max nasconde (diciamo che sposta e copre con un semplice asciugamano) un rullante a Ninja che non si accorge di nulla ed incomincia a staccare ''Strade'' al posto di ''Ieri''. A seguire "Cose che non ho" e "Sole silenzioso". Saltiamo "Il cielo su Torino" perché in quelle condizioni è meglio così ma non ci priviamo di uno stage diving collettivo a fine concerto. L'impatto con il pubblico è piuttosto carnale e volano baci e mani un po' ovunque; Samuel in particolare atterra inconsapevolmente sulla locale sezione Arci gay di Catania ricevendone in cambio accurati massaggi tantrici. 

Il post concerto vede nuovamente i tecnici protagonisti di un generosità infinita. Anziché affrettarsi a smontare tutto, accettano di lasciare l'impianto collegato per permettere ad un d.j. (nello specifico il batterista degli Aretuska) di girare dischi per non interrompere la groova della nottata. In cambio però chiedono al locale 2 bottiglie di Rhum!

Finale estremamente rock'n'roll che vede la scomparsa di qualche tecnico nel momento del carico il quale riapparirà trafelato in mutande nel tentativo di rivestirsi accampando scuse di ogni genere sotto la grandinata di bestemmie in lingua Veneta di Marco Capuzzo detto Cochise detto il Capo.


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