Che cosa dire che non sia già ampiamente stato riportato nei diari di bordo dei precedenti concerti in città. Che se ne fanno tanti e ogni volta è uno in più ma ogni volta è la stessa roba.
Un'emozione con la quale ti svegli al mattino, sapendo che ritroverai voci perdute nella memoria ... "ciao pronto sono Matteo della quarta ipsilon, sì abbiamo giocato a calcio insieme in paio di volte, cioè sì non proprio insieme tipo che io ero in panchina ... senti ... com'è? alla grande vero? eeeh ho visto sul giornale del concerto ... bravo bravo ... senti mi chiedevo non è che avanzano dei bigliet...".
È così felice di ritrovare amici dimenticati, altri che continui francamente a chiederti chi cazzo siano ... pensi anche a come ti vestirai. Già, perché in un settore riservato ci saranno anche intere foto di famiglia lì a guardarti e ad emozionarsi. Non c'è niente da fare a Torino suoni sempre un po' pensando a famiglie e amici rispuntati dal nulla e anche a musicisti con cui hai suonato da piccolo. Ti senti osservato e se da un lato è una bella sfida dall'altro rischia di penalizzarti un po' in scioltezza.
Comunque ... questa sera c'è la grande Cristina Donà ad aprire. Sappiamo che il suo repertorio non è il più indicato per placare la tensione a ragazzi che stanno in piedi da quasi un'ora senza vedere l'ora di scalmanarsi. Ma sappiamo anche che nonostante le canzoni, ai più quasi sconosciute, e le atmosfere piuttosto rarefatte a lei basta aprire la bocca per mettere a tacere diecimila ignoti. Ed è così che va. E a parte alcuni che vorrebbero veder partire subito il concerto e lo manifestano con un po' di baccano, lei riesce a domare la situazione e fare breccia in molti cuori silenziosi. Inizialmente pensavamo di presentarla direttamente noi, poi lei non si osava dire che avrebbe magari anche gradito, noi non capivamo se le facesse proprio piacere. Insomma alla fine per eccesso reciproco di riverenza l'abbiamo mandata in pasto ai leoni e ne è uscita alla grande.
Il nostro concerto è stato un buon concerto con un gran pubblico festoso. "I Torinesi di vent'anni fa non facevano mica tutto quel casino" sostiene il presidente che quando fa queste affermazioni sembra un po' il numero uno di Alan Ford.
Qualcuno sentirà dalla voce di un insigne giornalista (che non nominiamo per evitare di tirarcela eccessivamente) la seguente frase "i subsonica sono la cosa migliore che è capitata a Torino dal dopoguerra". Di sicuro sentiamo invece con le nostre orecchie un altro cronista dire una cosa difficile da dimenticare: "è bello perché voi con quello che fate trovate il modo di riaccendere la speranza". Affermazioni che pesano e che si rivolgono ovviamente alla situazione emotiva vissuta questa sera da diecimila e passa persone incluse noi, piuttosto che alla sequenza delle canzoni. Quando sugli schermi appare la scritta stradale Torino sembra davvero di sentire crollare il Palastampa, e anche queste sono cose che finiscono direttamente tatuate sui neuroni.
Finale caldo al the Beach con una rappresentanza di Piemonte Groove che vede in consolle Roger Rama, Giorgio Valletta, Boosta, Samuel e dj Pisti. Molta gente, forse troppa per riuscire a districarsi ed interagire, ma una bella serata comunque.
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