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SUBSONICA 12/05/05

Concerto ad Andria - 4300 persone - palazzetto esa

Concerto ad Andria - 4300 persone - palazzetto esaurito

Il volo è piu’ rapido del previsto e in ora e venti lasciamo una torino nuvolosa per atterrare nel nuovo aeroporto di bari palese. Nonostante un tempo tecnico piu’ che sufficiente di due anni non riusciamo ancora a possedere un furgone nostro, bene primario per ogni forma di band che si rispetti, e cosi’ ci permettiamo il noleggio di un camper che ci rende subito famiglia di “bauscia” in vacanza.

Diamo il benvenuto a bordo al nostro primo navigatore satellitare che impiega poco meno di dieci minuti ad impazzire e litigare con Ivan dando sconclusionate indicazioni del tipo ”gira a destra tra venti metri, a sinistra, prosegui dritto a destra sinistra destra, inverti appena puoi…” e ricevendo in cambio colorati epiteti piuttosto di strada da parte dello sfortunato pilota del nostro mezzo di locomozione.

Decidiamo di fidarci comunque finendo imbottigliati nel centro di Andria pronti per regalare un diversivo al pomeriggio degli autoctoni che, nonostante gli sforzi, non ci evitano l’incontro ravvicinato con la fiancata di una macchina parcheggiata tranquillamente ai bordi di una stretta via. Arriviamo con sufficiente ritardo al palazzetto e veniamo catapultati sul palco non prima di essere intercettati da alcune decine di parenti del boosta, originario di barletta, che tra foto e nipoti piangenti popolano la struttura ancora deserta.

Il tempo scorre fino all’inizio del concerto. Saliamo sul palco impreparati all’urlo che ci accoglie, tant’è che ci ritroviamo a dovere farci alzare tutti i monitor per potere sentire quello che esce dai nostri strumenti. Suonare al sud è sempre entusiasmante per l’accoglienza calda che il pubblico riserva. Ancora ci mancava vedere la gente pogare anche su Samuel che dice ”ciao,grazie”. Il concerto scorre in un clima di festa totale, urla e sudore nonostante l’acustica piuttosto inclemente di un palazzetto non certo nato e cresciuto per accogliere concerti. L’aneddotica, ad onor del vero, vuole anche che alcuni ragazzi della sicurezza, grossi quanto il colosso di rodi, si presentino armati con fogli, penne e telefoni per dediche e brevi parole ad alcune ragazze che, con tono piuttosto fermo, ci comunicano essere le proprie fidanzate.

Al termine, forse per fare contento il boosta, decidiamo di andare a perdere conoscenza in quel di barletta. Nei dieci chilometri che ci separano il boosta fa un riassunto (per altro, non è la prima volta) della disfida di barletta e di altre aneddotiche d’aragona. Arriviamo in un piccolo e accogliente locale nel centro storico della città, suggestivo e lustrato a nuovo. In preda ad una forma di carenza da ultimo stadio, appena vediamo una consolle cominciamo a chiazzarci e a prendere tic degni dell’ispettore dreyfuss ne ‘la pantera rosa’, cosi’ recuperiamo le valigie dei dischi e in pochi minuti prendiamo possesso del locale, come bizantini allo sbarco nell’italico stivale. Boosta e ninja si alternano fino alle tre e mezza del mattino e, stremati, al termine di cocktail, chiacchiere e varie ci avviamo verso il camper, ivan sequestra un paio di giovani samaritani del luogo che ci condurranno senza indugi al meritato riposo nell’albergo che ci ospita, ai piedi del castello di Federico secondo.


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