Pranzo a base spaghetti al riccio, che regala ad alcuni di noi sensazioni che nemmeno i drogati provano, e partenza.
C’è tutta la Sardegna da attraversare e più di duecento Kilometri di pura bellezza paesaggistica da vedere scorrere nei finestrini. A causa dei danni che ciò provocherebbe alle corde vocali di Samuel, viaggiamo con l’aria condizionata spenta in una vettura che prevedendone l‘utilizzo, non ha molta possibilità di spalancamento vetri. Quindi si suda e tanto. Talmente tanto che durante una sosta simil-autogrill, Cipo penserà bene di acquistare una copia della rivista “la stufa e il suo ambiente” che sfoglieremo con buona dose di masochismo, durante il resto del viaggio.
Arriviamo a Sarroch, passando di fianco alle raffinerie. Qualcuno rievoca il a Osaka, qualcuno sentenza che “tutto ciò che fa molto blade runner, generalmente fa pure venire il cancro”. Altri vorrebbero, una volta impiegato a norma di legge tutto ciò che di utilizzabile c’è in materia di energie pulite, riconvertire spazi come questo senza però smantellarli. Magari utilizzando del ghiaccio secco per simularne le inquietanti emissioni. Che ci volete fare siamo metropolitani e abbiamo pure un immaginario cariato da cyber-punk e derivati. Fatto sta che il violento accostamento visivo industria spiaggia-(ex) incontaminata ci è doloroso, orribile e sublime al tempo stesso.
C’è voglia di riscatto, non siamo per nulla soddisfatti del concerto di ieri, amiamo molto, lo abbiamo spesso dimostrato, il pubblico di Cagliari e non vogliamo sentirci minimamente al di sotto delle aspettative. Rifacciamo il sound-check da capo, migliorando decisamente la situazione, rimettiamo in prova “Incantevole” e “Vita d’altri” suonandole diverse volte per puntualizzare alcuni dettagli del suono. Ci prepariamo per la cena. Un incontro intervista con Federico Fiume, che si godrà tutto il concerto sotto il palco, la solita preparazione a base di sali minerali, intrugli energetici - più qualche superalcolico per onorare la peggiore tradizione. Federico si unirà giusto ai brindisi risparmiandosi streching e pomate, e usciamo per raggiungere il palco. Ci fermano chiedendoci di ritardare per via della coda fuori dal campo sportivo. Se iniziamo, la gente accalcandosi rischierebbe di farsi male.
Finalmente si parte, e si parte decisamente meglio. Sarà un crescendo, una ripresa di confidenza accompagnata dal calore dei Cagliaritani. Finirà con un palco bagnato di sudore e una bella atmosfera ancora nell’aria mentre firmiamo autografi alle transenne. Tra il pubblico riconosciamo e salutiamo alcuni gruppi di Cagliari tra i quali i Gods of Gamble, Colazione Freak, Emotionz. Sembrano tutti molto sinceri nel complimentarsi. C’è anche il vulcanico Leo Cannas, conosciuto nel suo “laboratorio folle volo”, un misto tra negozio d’abbigliamento e epicentro di eventi culturali e sonori.
Per il prosieguo serata regna un po’ d’incertezza. Boosta è stato contattato da un club per esibirsi come dj, i volantini che girano nell’area concerto, quasi a creare un link tra i due eventi, creano un po' di fastidio. C’è chi va direttamente in albergo e chi come l’infaticabile nottambulo Samuel finirà per girare in zona Poetto, gustandosi sonorità giamaicane. Ninja addirittura, causa vicende familiari, ha predisposto di disattivarsi giusto un’ora e mezza e di prendere il primo volo per Torino. Del mitomane Mix non si ha notizia.
“Anche per i Subsonica è arrivato il tempo di mettere un po’ di fieno in cascina.”
Ci sono recensioni che sembrano scritte ancora prima di salire sul palco. Ammettiamo che talvolta sembra succedere anche per quelle positive, ma questa dell’unione sarda sembra un curioso esercizio a zig zag tra chi vuole a tutti i costi piantare uno stiletto e non può, perché sarebbe innanzitutto disonesto nei confronti di diverse migliaia di testimoni, o perchè le professione di quotidianista impone una misura, liberare tutta l’asprezza del pregiudizio. A modo suo una curiosa forma di compromesso, .
Questa cronaca, (da noi riportata fedelmente in rassegna stampa, come succede del resto con tutti i resoconti che il buon Michele Ledda riesce a reperire), le batte tutte. Sembrerebbe concepita prima ancora dell’allestimento del tour. Quando, tra l’altro, eravamo impegnati a dire no alle offerte di tutte le principali grosse agenzie di concerti che sventolavano cifre di anticipi – quelle si da fieno in cascina - vuoi perché filiali di agenzie straniere pro casa bianca, vuoi perché poco garanti dell’effettiva accessibilità del costo del biglietto. Insomma mentre stavamo pianificando l’autogestione. Il cronista plana sull’affaire mescal emi dimostrando di saperne poco o nulla, (e qui di sorprese ne avrebbe tante), non sembra interessato alla politica del prezzo d’ingresso, preferendo accanirsi sui gadget venduti a ben euro 2 (!),al merchandise. Grossolanamente la linea scelta è: vendete? Venduti!
Rispettiamo l’opinione (difatti pubblichiamo),
accettiamo, come sempre, il doverci misurare nei fatti non solo
nelle intenzioni, ma siamo già certi che per band straniere, o per vari
sbandieratori di impegno, (nn importa per che etichetta incidano o che cosa
espongono in bancarella) verranno usati differenti pesi e misure. Film già
visto.
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