“Tanta roba”, come si dice da queste parti, troppa per una giornata e la sua pagina html.
Iniziamo dai numeri, con i quali mediamente sono a mio agio. La Stampa 10.000, la Repubblica 60.000. Indubbiamente da Veleno a Stagno il numero delle persone nella piazza è cresciuto parecchio. Voi sapete perfettamente che Piazza Vittorio Veneto a Torino è una delle più grandi d’Europa con i suoi 31.000 metri quadrati. Rivedendo le foto della digitale e la visuale dal palco impressa indelebilmente nella mia memoria, posso dire che era piena forse meno della metà ma certamente più di un terzo. Diciamo cinque dodicesimi. Considerando l’ingombro di ombrelli, zainetti e gadget vari ma tenendo presente che ai concerti la gente è mediamente piuttosto pressata, si possono ipotizzare 3 persone per metro quadro. Quindi tralasciando i portici e l’eventuale rotazione (esci/entra) questi dati mi portano a stimare 38.700 anime sabato sera. Per difetto. E’ un risultato incredibile date le premesse meteorologiche.
Ma facciamo un passo indietro.
La giornata inizia con l’appuntamento al Caffé Elena alle 11,30 per partecipare alla conferenza di “Uniamo le energie” promossa dalla Regione Piemonte. Abbiamo messo volentieri la nostra faccia per sostenere un progetto molto ambizioso considerando il punto da cui parte l’Italia. E cioè quello di ridurre in Piemonte entro il 2020 del 20% l’emissione di CO2 e l’utilizzo di energia da fonti fossili e aumentare del 20% l’incidenza delle fonti rinnovabili. In un momento in cui ci raccontano deliranti congetture legate al ritorno all’energia nucleare ci sentiamo ancora più convinti dell’adesione all’iniziativa piemontese sperando davvero che le parole coraggiose e pienamente condivisibili che abbiamo ascoltato in questi giorni si trasformino in fatti.
Nel nostro piccolo abbiamo l’obiettivo di arrivare alla fine di questo tour con concerto ad impatto ambientale prossimo allo zero. Che non vuol dire inquinare e piantare un albero, vuol dire non inquinare e basta. La società con cui abbiamo iniziato la collaborazione è la Ecoluce. Oggi si parte dall’energia (evidentemente accumulata in precedenza) dell’impianto delle torri aggiuntive. Fotovoltaiaca.
Apro una piccola parentesi rimanendo sul tema. Premesso che ci sarà tempo e modo di tornare sull’argomento, leggetevi il pdf al fondo di questa pagina di Legambiente e cominciate a farvi un’idea. L’energia nucleare pone problemi irrisolti: non si può garantire la sicurezza al 100% degli impianti (ma ve lo immaginate un incidente nella Pianura Padana?), non si capisce bene dove smaltire per i successivi tot mila anni i rifiuti prodotti, non si sa esattamente come smantellare le centrali alla fine del ciclo produttivo, le scorte di Uranio dureranno per 60-70 anni e per costruire una centrale ce ne vogliono minimo 10, la tecnologia è in sostanza quella degli anni ’70 (gli impianti di quarta generazione esistono solo nella testa degli scienziati), e, infine, nessun soggetto privato si sogna ormai di investire nel nucleare (vedi quello che è successo negli Stati Uniti negli ultimi 30 anni). Solo con i soldi pubblici si può finanziare una tecnologia di questo tipo. Magari raccolti con qualche magheggio tipo i contributi A3 della bolletta dell’Enel (se vi interessa potete farvi un’idea precisa della questione digitando ‘cip6’ su Google o cercando sul sito di Grillo. Una pagina a caso.)
Insomma un costo altissimo non solo per le nostre tasche ma soprattutto per l’ambiente in termini di bare radioattive per tutte le generazioni che ci seguiranno e per cosa? Per una manciata di mega-watt, il 10-15% del fabbisogno italiano, quando ci sono nazioni europee molto più all’ombra della nostra che entro il 2010 avranno il 15-20% dell’energia coperta da fonti pulite. L’obiezione è: “sì ma il nucleare non emette CO2”. La risposta è: “è come smettere di fumare sigarette e iniziare a farsi di eroina”. Quindi: di cosa stiamo parlando? Forse di profitti a nove zeri per le società controllate e controllanti che gestiranno la faccenda. I nomi li sapete tutti. Un vuoto di memoria? Guardate i titoli che in questi giorni di rosso di piazza affari hanno incrementato il valore del 5-10% incassando una serie di ‘buy’ da parte di varie società di investimento. Non state a cercare in tutto l’alfabeto, sono quasi tutte alla ‘E’.
Lo aveva già capito Daitarn3 25 anni fa: “con l’aiuto del sole vincerò”.
Ma torniamo a noi.
Ho sotto controllo le previsioni meteo di qualunque sito di meteo. Fra le 18 e le 23 vedo sempre e solo un nuvolone nero con fulmini, saette, pioggia, grandine, neve e lo yeti. Siamo ormai preparati al peggio, solo la scaramanzia ormai ci può salvare.
Facciamo un sound-check molto lungo. Un po' per goderci il panorama e un po' per il piacere di suonare qualche pezzo davanti alle numerose persone già davanti al palco, con il desiderio di poterle almeno un po’ riscaldare, dato che quella di oggi sembra una giornata di nebbia autunnale. Davvero grazie per questa prova di resistenza che per noi è una dimostrazione di grande affetto.
Permettetemi di raccontare un piccolo aneddoto a proposito di prove. Il mitico Yamaha EX-5 con cui Boosta aveva sempre suonato il riff di Discolabirinto è stato irrimediabilmente danneggiato nel corso dell’ultimo tour. Da almeno due mesi fra il Nostro e il suo valente staff non si è parlato d’altro di come poter riavere quel suono. Parole. Fiumi di parole e fantomatiche congetture tipo farsi spedire l’unico esemplare ancora funzionante di EX-5 dagli Stati Uniti oppure contattare qualche mirabolante cover band dei Subsonica per chiedere una consulenza tecnica. Insomma l’altro giorno mi sono rinchiuso nel mio loculo, ho preso l’inizio di Discolabirinto, ho aperto il numero uno dei sinth virtuali, Albino3, e rotellina dopo rotellina ho ricreato quel suono. Quando l’ho caricato alle prove di Venerdì è partita la ola (si scrive così?). Un’altra piccola soddisfazione per alimentare la fama da professorino secchione ma anche un po’ McGiver ma anche un po’ SonoWolfRisolvoProblemi a cui infondo sono parecchio affezionato.
Finite le prove in piazza ci dileguiamo. Casa mia è a duecento metri. Ci vado, come tutti i giorni, a piedi.
L’appuntamento è alle otto. Per qualche sorprendente motivo che mi sfugge ci viene messo a disposizione da un’incantevole fanciulla il bus europeo della Gibson. Sarà per questa sera il nostro camerino. Anzi diciamo pure salotto. Non avete capito. L’allestimento interno è serissimo, altro che il nostro lettoredvd-playstation-monitor22pollici attaccato col velcro al tavolino del camper. Se mai capiterà un’altra occasione e lo spero ardentemente, documenterò con foto dettagliate.
Sembra che abbia smesso di piovere proprio ora. Un giorno vi svelerò il nome dei santi che abbiamo invocato per l’aiuto meteorologico. Considerando gli ultimi tour estivi, questi signori che dimorano nella volta celeste hanno una percentuale di successo altissima, pari al 95%. E’ roba che scotta.
Attendiamo che si spengano gli ultimi quattro lampioni storici della Piazza e partiamo con Veleno.
Il concerto l’abbiamo vissuto esattamente come voi lì sotto, una specie di sogno ad occhi aperti. La scaletta è volutamente molto generosa anche perché abbiamo di nuovo un cantante.
Potete provare ad immaginarlo, questa è la nostra casa, in questo luogo siamo nati e abbiamo trascorso 12 anni della nostra vita insieme. In quell'angolo che adesso vediamo dal palco abbiamo scritto le nostre canzoni e abbiamo registrato fino a tarda notte i nostri dischi. Da qui siamo sempre partiti e ritornati per tutti i concerti. E la piazza attraverso i suoi portici sembra che ci regali un grande abbraccio. E’ una storia fatta anche di preziose persone che ci hanno aiutato, Nicoletta, Alle (a cui siamo oggi particolarmente vicini), Mirco e tutti gli altri. Non poteva mancare anche Pierfunk. E' lui a suonare Preso Blu. Stasera è la nostra festa.
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