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SUBSONICA 08/06/08

Concerto a Sottomarina di Chioggia

Concerto a Sottomarina di Chioggia

Samuel! Ecco come mi chiamo! Un piccolo soffio d’aria tra i denti che spalanca la bocca, una lieve pressione sulle labbra che si chiudono in avanti, per poi far sbattere la lingua lievemente sul palato.
Sa-mu-el.
Ripensandoci, non ho ottimi ricordi legati al mio nome, da piccolo lo odiavo.
Ero molto timido e rammento con imbarazzo il mio primo giorno di scuola, dovetti alzarmi in piedi davanti ad una sconfinata aula piena di gente, e dire il mio nome.

“Samuel! “ ”Come?”  “Samuel!” “Ma dai che carino! Samuel? “ “Si! “ “E come mai ti hanno chiamato cosi?” “ Non so!“ “Ma sei ebreo?” “ No!“ “Hai dei parenti ebrei?” “ No !” “E come mai allora ?” “Boh!” “Va bene siediti pure!”
 
Mi sveglio, folgorato da un raggio di sole che mi provoca alcune piccole macchioline di luce, quelle che quando chiudi gli occhi le vedi in negativo sfarfallare sotto le palpebre.
È tardi.
Devo raggiungere Chioggia per le prove e sono ancora spalmato in piscina qui a Jesolo.
Spingo i miei pensieri da dove sono venuti e mi alzo, dovrei riuscire in un’oretta ad essere al sound check .
Mi metto in strada con una macchina che ho affittato per l’occasione, una specie di boiler con le ruote, la cosa più distante dai normalissimi canoni della gradevolezza estetica, che io abbia mai visto, ma il suo lavoro lo fa e nel giro di una mezz’ora mi trovo in autostrada in direzione Chioggia.
Guido raramente! non ho macchina, non ne ho una da quando a diciannove anni mi hanno sequestrato la mia renault 4 furgonetta, sprovvista di revisione.
In effetti ci sono rimasto così male che non ne ho più voluta un’altra.
Guido poco perché mi piace guardare il paesaggio, perché paghiamo Ivan per farlo, e anche perché i miei soci non si fidano molto, da quella volta che per andare a Roma li ho fatti passare da Savona.
Inoltre il volante ha un enorme potere soporifero nei miei confronti, abbiamo misurato un’ autonomia pari a undici chilometri dopo di che il nulla, finito, caput, la testa inizia a cadere e sprofondo nel sonno più assoluto.
Tengo duro fino a Chioggia e nelle vicinanze del palco posizionato in spiaggia, vengo accolto dal cartello di un porcaro che dice “Da Gigi porkerie miste”.
Perfetto è il posto giusto!
Con un misto di stanchezza incredulità per la mia impresa autostradale decido che devo svagarmi un po’ mi faccio quindi due spritz e mi riunisco con i miei soci.
Quando si suona in spiaggia, si respira un’aria più rilassata, le prove si trasformano, quasi sempre, in piccoli concertini, ci si scambia gli strumenti si scherza con i tecnici e sul volto di tutti ricompare quel colorito tipico delle persone sane.
Gli ultimi concerti sono stati buoni, a parte qualche parola non pervenuta, la voce mi è tornata alla grande, mi sento bene e quando mi sento bene sono un treno.
I  tre mesi precedenti,  sono stati un calvario per i miei anticorpi, ho avuto la famosa “faringite infinita” quella che come minimo ti dura 90 giorni, devo dire che non sono proprio stato un campioncino nel curarmi e i miei tanti impegni non hanno sicuramente agevolato la riabilitazione.
Credo inoltre, che il mio corpo utilizzi alcuni stratagemmi per comunicare con me.
Non si può cantare solo con la voce, almeno, non lo puoi fare nei subsonica, e quando quella accozzaglia di muscoletti e sentimenti che porta in giro i miei pensieri, decide che mi devo fermare trova il modo di farlo.
Rimane il fatto, che ho vissuto tre mesi come una farfalla senza ali e ora invece me la svolazzo amabilmente. Fico!
Il concerto, inizia con una serie di gruppi in un palco vicino al nostro, alcuni di noi si siedono a chiacchierare fronte mare con l’immancabile spritz che da queste parti va tantissimo, altri si concedono una piccola cenetta a base di pesce crudo.
Saliamo sul palco verso le dieci, il concerto procede bene addirittura durante la parte centrale del concerto, mi accorgo che alla mia destra, sul palco si sta dando vita ad un vero e proprio party, intravedo Elisa che parla con Ivan e Pisti che ballano, gente che sbevazza come se fosse al bar di qualche club molto affollato, leggerezze a cui non siamo abituati noi, il tipo di cose che piacciono tanto a me.
Appena finito il concerto inizia il dj set di busta per poi lasciare spazio a me e Pisti con Krakatoa, ed il clima di allegria diffusa si trasforma definitivamente in festa, fino al momento di spegnere l’impianto la gente balla in spiaggia  vedo anche qualcuno di noi confondersi nella pista sabbiosa.
Ottima giornata, peccato che ora devo ripartire per Venezia per riconsegnare la macchina.
M’ infilo nel boiler, e percorro la strada tutta di un fiato sospinto ancora dall’adrenalina del concerto, per fortuna con me c’è Gigetto il mio falegname di fiducia che mi tiene sveglio.
Arrivo all’auto noleggio, consegno la macchina e mi preparo allo spegnimento totale, ma la vita riserva sempre grosse, grosse sorprese. Infatti faccio ancora in tempo a beccare un cantante-taxista che percorre la strada per l’albergo ad una velocità che definirei smodata, cantando I capisaldi del repertorio di Renato Zero, ad un volume galattico, al momento di scendere dal taxi, mi dà il disco di un suo amico chiedendomi di farlo diventare famoso e regalandomi la corsa.
Con la faccia inebetita lo guardo andare via felice, sgommante e vocalizzante.
Entro in albergo, faccio su e giù più volte per cambiare camere, non ancora rifatte, e finalmente dopo una mezzora di travaglio raggiungo la stanza.
Mi sdraio finalmente nel letto aspettandomi da un momento all’altro l’invasione degli ultracorpi, o il passaggio di qualche Puffo e questo mi fa sorridere, saluto Gigetto che nel frattempo sta già segando con la sua sega da falegname e mi addorm…..zzzzzzzzzz

Sa-mu-el


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