Non è passato molto tempo dall’ultima volta che mi sono messo a scrivere un diario di bordo: ero in treno, con la neve che scendeva a sacchi dal cielo e mi sembrava che stessi quasi scrivendo la fine di un capitolo.
Mavalà (come dice l’avvocato del Berlusca).
Siamo i Subsonica, mica pizza&fichi, e quando si tratta di far concerti, non ci tiriamo mai indietro.
Ecco allora una calda estate 2009, che ci vede sette dico sette volte protagonisti sui palchi italiani. È vero, non abbiamo un disco nuovo, né qualche nuova genialata, ma un singolo targato 1999, con tanto di video “memoriale”: Strade. Che a voi, giovani che venite ai nostri concerti, piace tanto. ;)
Adesso non aspettatevi il solito scenario da guerre stellari dell’ultimo tour estivo – questi appuntamenti sono stati inseriti in contesti di festival, quindi sarà la musica e l’energia a parlare (wow).
Prima tappa: Milano, la città del salame Citterio, dell’Inter e del Milan, nonché quella che tante volte si dimostrata generosa –a livello di presenze- con i Subs.
Suoniamo all’Idroscalo, un polo molto attivo nel capoluogo lombardo, sia per attività sportivo/acquatiche, sia per i concerti, con tanto spazio e tanto verde. Nota da agendina del chi c..zo se ne frega: ci vidi i Bon Jovi (!) nel lontano 1994…
A ‘sto giro viaggiamo come capita e oggi tocca al treno. Mezzo adeguato a un mini-tour connesso a Lega Ambiente ed all’iniziativa No Nuke. Poca emissione inquinante, cesso a portata di mano (senza doversi fermare all’autogrill) e ampio spazio vitale. Oggi siamo solo in tre –io, Max e Ninja- visto che Samuel e Bubu se ne arrivano con non precisati mezzi da non precisate destinazioni.
Milano è una città dominata dal casino.
È la prima cosa che un torinese –in questo caso un valsusino- nota quando scende a Stazione Centrale. Poi esci e c’è afa, altro casino, traffico e rumore. Mah, sto decisamente invecchiando.
Taxi per me e Max, che ce ne andiamo filati all’Idroscalo, senza passaggio in hotel e immersione nel clima del backstage estivo: gran movimento, conoscenza con qualche new entry nell’entourage (benvenuto, Fabio!) e cazzeggio brado. Su tutto incombe un’assenza importante, quella del nostro storico direttore di produzione e fratello Mirco, che ha abbandonato la nave per motivi personali…grazie per ciò che hai fatto per noi e per come ci hai fatto crescere, amico.
Ci è venuto a trovare anche Rachid, protagonista dell’indimenticabile inserto maghrebino su Gente Tranquilla e sul palco con noi per tutto il tour di Controllo del livello di rombo…ti losgggiuruuuu amico, qui como Morocco!! ;-)) grande Raschio!
Ma parliamo del palco. Si, si, il solito palco dei festival, zero scenografia, solite luci….no no, aspetta un attimo: guarda bene quelle luci…ma dove le ho già viste?? Sullo stage dei Nine Inch Nails, bello. Quelle sono le fottute luci degli strafottuti NIN, che suoneranno qui dopodomani!
Gentile concessione della produzione americana, prendi e metti in tasca.
Capito i Subsonica? Gli va sempre bene, a’ quelli.
Il check è più lungo del solito, c’è da mettere a punto gli ascolti nelle nostre cuffie, che all’aperto sono sempre complessi da regolare, e provare qualche pezzo. Uno potrebbe pensare: “che palle, ma non li sapete già a memoria ‘sti benedetti pezzi?”. Può essere, caro e impertinente signore, ma sta di fatto che i grooves vanno sempre affinati di volta in volta e non si è mai abbastanza preparati (dai Boosta, passamela questa..).
Intanto cala il sole e la gente inizia ad affluire – anzi, l’area si riempie come un uovo e le più rosee previsioni di sold out vengono superate alla grande.
Alla nostra uscita in scena, ci aspettano più di 12000 braccia alzate e alla mia prima nota su Piombo, realizzo il perché amo fare questo “lavoro”: cavolo, vivere grazie alle proprie emozioni non è una cosa da poco!!
E via.
Cielo su Torino, Veleno, Aurora, Colpo di Pistola, fino a Odore – è vero, è un po’ la solita scaletta…ma come botta c’è poco da ridere. Le mie mani fanno male e i muscoli pure, ma l’adrenalina vince su tutto e gli acciacchi spariscono. Samu è preda di una fastiosa influenza e non ha la voce al massimo, ma anche lui salta come un grillo e cattura l’attenzione con il suo unico carisma. Quando suono, amo guardarmi intorno e l’energia che riusciamo a trasmetterci l’un con l’altro (ehm…non sempre…) è una cosa UNICA. Un organismo unicellulare che pulsa all’unisono e che sembra esistere dalla notte dei tempi. E non sto parlando dell’età di Max, eh!? ;-)
Nelle pause tra un set e l’altro succede sempre di tutto e di più: a volte parte qualche improperio verso qualcuno, c’è chi si cambia, c’è chi va in bagno, chi beve e chi riesce persino a parlare al cellulare. Regalo un euro a chi indovina chi è quest’ultimo…
La seconda parte del concerto è quella “ibizenca”, tutta cassa in quattro ed elettronica, quasi senza soluzione di continuità e di momenti per respirare neanche l’ombra: in questo anfratto tra dance, melodia e “rock”, sta forse la possibile veste internazionale dei Subsonica…ma non dite che ve l’ho detto io, ok?
Bello, comunque, uscire e beccarsi i complimenti dall’affollato parterre che si è creato fuori dai nostri camerini – Milano si svela attraverso una lunga teoria di amici, tra musicisti noti e meno, personaggi dell’establishment musicale e vecchie conoscenze. Insomma, giusto il tempo di fumarsi qualche sigaretta, bersi qualche cosa ed andarsene a dormire contenti per essere dove si è.
Vicio
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