Concerto ad - Arbatax - 5000 persone
Dopo 4 anni i Subsonica ritornano in Sardegna. Per molte persone la cosa si rivelerà maledettamente seria. Ma procediamo con ordine.
Il mio avvicinamento all'atmosfera sonica inizierà qualche giorno prima di ferragosto. La mia famigliola e quella del Ninja si ritroveranno in un'isola nell'isola per alcuni giorni. Mare, cibo, chiacchiere e i nostri figli che dopo essersi studiati nella fase dei saluti decidono di fare cricca di quella parecchio seria. Urla, canti, gavettoni e bombe di sabbia condiranno le nostre giornate. Poche storie i bambini sono avanti anni luce.
La mattina di ferragosto mi sveglio con un intero alveare di api che deve aver deciso di far danzare i loro culetti a strisce giallo-nere in un rave dentro la mia testa. L'insonnia avrà pure un nome figo ma alla lunga mi straccia non poco. Passo la mattina in uno stato catatonico e dopo un'intera caffettiera bevuta a temperatura fantozziana mi metto in viaggio. Destinazione Ogliastra.
140 chilometri di cui quasi la metà curve che tento di drizzare con la mia "giardinetta", ma loro testarde continuano a turbinare in un'alternanza di destra sinistra, contornate da un paesaggio mozzafiato. Non posso non pensare che sono nel pieno del territorio che dal 1956 è occupato da un poligono militare. No. Scusate. Non "un", ma "il" poligono. 15 mila ettari di territorio e 2 milioni e 800 ettari di mare a disposizione degli eserciti di mezzo mondo e dell'industria bellica per testare nuovi armamenti. Una volta e mezzo la Sardegna espropriata al proprio popolo. In tempo di pace, per l'Italia almeno, in Sardegna si gioca alla guerra da oltre 50 anni sulla pelle di una popolazione che nulla può. Si chiamano nanoparticelle, le responsabili di danni irreversibili. Un proiettile colpisce un bersaglio, raggiunge temperature oltre i 3000 gradi e il tutto sublima passando dallo stato solido a quello gassoso e un aerosol letale fatto di particelle piccolissime si sparge per l'ambiente. Se vengono respirate nel giro di un minuto sono nel sangue, dopo un'ora nel fegato. Hanno la dimensione di un virus e il corpo non riesce a smaltirle. Tumori e danni all'apparato emolinfatico sono gli effetti. Si depositano sulle piante, sull'erba che mangeranno gli animali che genereranno dei piccoli deformi o destinati a morire poco dopo la nascita.
Questa cosa mi crea un senso di disagio difficile da raccontare. Ma sapere che le tua terra è quotidianamente stuprata fa molto male.
Cosa c'entra questo con un concerto dei Subsonica? Secondo me tanto. Ma ci arriveremo dopo.
Dopo due ore e mezzo sono a destinazione. La cornice del concerto è quella di "Rocce rosse". Un posto molto suggestivo. Una scogliera rossastra si staglia proprio davanti al palco con a fianco un mare che bonariamente si infrange sugli scogli.
Faccio un giro attorno alla struttura, giusto il tempo di salutare Cipo, Toni, Rudy e Silvia che il "biondo" mi viene incontro con tanto di fede sperlucciante al dito. Abbraccio Max ché è un tot che non ci vediamo. Il presidente è in forma. Chiacchiereremo fitto nei camerini attendendo l'arrivo del resto della ciurma. I primi ad arrivare sono Ninja e Vicio. Solito rituale fatto di grandi manate sulla schiena e decidono di cominciare il sound check in tre. Il concerto in Sardegna arriva dopo un po' di tempo dall'ultima esibizione e le cose devono essere fatte per bene. Dopo un po' di prove arrivano anche Samuel e Boosta.
Accidenti se sta passando il tempo ragazzi. A fare da testimoni le tonnellate di capelli che tra tutti abbiamo lasciato per strada. Max e Ninja resistono indomiti. Maledetta genetica!
Finite le prove e gli equilibri dei vari suoni si cazzeggia un po'. Le ore passano e l'ora X si avvicina. L'area comincia a riempirsi di persone. Dentro me spero che venga mezza Sardegna, dai giornali i giorni dopo scoprirò che eravamo in 5.000. Non male dai.
Fa caldo. L'aria e più umida che mai e ti avvolge come una seconda pelle. Ancora un po' e desidero avere le branchie per respirare come si deve.
Sono le 22 e la gente continua ad affluire. I cori "fuori fuori" si fanno sempre più frequenti.
Dopo quasi mezzora le luci si spengono e, lo ammetto, il boato è da brividi. Mi piazzo sul palco defilato a fianco a Max. Si inizia con Piombo dub version. Vedere il concerto da quella posizione mi dà l'impressione di vedere uno spettacolo nello spettacolo. Mi piace osservare il pubblico. L'onda umana che pulsa e salta a tempo di musica con le immancabili bottiglie di plastica piene di vini per ogni gusto che passano di mano in mano merita più di una foto. La mia digitale fa il suo sporco lavoro.
I ragazzi sono carichi, la scaletta è serratissima. Capisco bene cosa intendeva Max poco prima quando mi fa "Non c'è nemmeno il tempo per cambiare la chitarra."
Colgo gli sguardi di intesa tra i 5 e tutte le sfumature del loro essere Subsonica sul palco. La loro dimensione migliore viene fuori tra il sudore e la risposta entusiasta dei ragazzi tra il pubblico.
"Da un grande potere derivano grandi responsabilità". Oh poche storie, lo diceva lo zio dell'Uomo Ragno, mica un pincopallo qualsiasi.
Anche da una grande visibilità derivano delle responsabilità. Quello che onestamente apprezzo dei Subsonica è la loro attitudine a farsi portavoce di cause per le quali val bene la pena sbattersi. Il TG3 nazionale il giorno dopo parlerà del loro impegno contro il nucleare, sostenendo Legambiente contro la scellerata decisione da parte dei nostri governanti di ritornare ad una fonte energetica che non risolverà minimamente alcun problema legato alla produzione di energia. Anzi... Tutto il mondo sta abbandonando il nucleare. In Europa e in America si investe sul fotovoltaico, sul solare termodinamico, sull'eolico. Basterebbe una pianificazione seria sulle energie rinnovabili per renderci totalmente indipendenti. Ma quelli che ci stanno sopra sono dei vecchi che ragionano non per il bene comune ma con altre logiche. Retorico vero? Ma provate a smentirmi.
Sono convinto che ognuno nel proprio campo, nel proprio quotidiano, debba prendersi a cuore questa sfera di problemi. Ecco perchè vi ho sparato il polpettone sul poligono. Ecco perchè credo che c'entrasse con un loro concerto. Perchè spero di vedere persone che si indignano e si organizzano per ragionare in termini di alternative. Quelle che, mettiamocelo in testa, altrimenti non arriveranno mai.
Torniamo al concerto.
Credo che una parte di Fred Astaire abbia posseduto Max. Altro che tip tap. Vederlo "pedalare" sugli effetti è una lezione di musica. Il resto della ciurma non è da meno. Ninja massacra i tamburi, Vicio fa pulsare il basso che me lo sento dentro lo stomaco, la tastiera di Boosta ondeggia che una bellezza e Samu stasera ha voce da vendere.
Il caldo si fa sentire. Una menzione particolare ai vigili del fuoco che inonderanno con gli idranti il pubblico creando un effetto molto suggestivo. Dite la verità. Avete apprezzato vero?
La seconda parte della scaletta abbandona il territorio consolidato della "forma concerto" per sconfinare con la cassa in quattro nel mondo dei club e della dance. Una 40ina di minuti tiratissimi dove Discolabirinto, Nuvole rapide, Il mio dj, Activator vengono mixate e si balla.
Su Tutti i miei sbagli Max lancerà a mo' di alabarda spaziale il plettro tra il pubblico e terminerà il pezzo dando delle grandi botte con la mano sul body e sulle corde della chitarra. Prima del bis la consegnerà a Rudy con delle gran belle striature rosso sangue. Hei baby don't worry, it's only fuking rock & roll. Hyeeee.
Il concerto implacabilmente finisce dopo oltre due ore. Ho visto tutti i concerti sonici in Sardegna. Quello di oggi se la gioca a pieno titolo con quello a Sa Illetta del Microchip tour per la top one delle esibizioni.
Un po' di chiacchiere post concerto nel camerino e per me si è fatto tempo di rimettermi in macchina. Il giorno dopo ho degli impegni e Cagliari è lontana.
Un abbraccio a tutti ed è il momento di risalire nella mia "giardinetta" per il viaggio di ritorno.
Nell'aprire la porta che delimita l'area concerti vengo assalito da un gruppo di ragazze.
"Facci entrare!!".
Eccome no. Dentro c'è un cordone di forze dell'ordine che nemmeno al g8. Vi sbatterebbero subito fuori. Mi spiace.
"E' Samuel!"
"No! Assomiglia a Samuel!"
E certo, è un uccello, no è un aereo. No è Superman!
Vabbè che la pelata ormai ce l'ho pure io ma cosa avete messo nel vino stasera? :)
Dopo un numero imprecisato di sigarette sono a casa. Il tempo di fare l'ultima foto alla luna che stanotte merita e mi spalmo sul letto.
Notte.
Click.
Michele4
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