La sveglia suona tardi, molto tardi.
Questa carrellata di date su e giù per la Penisola mi ha fatto tornare a quando ero ragazzino e non avevo mai voglia di alzarmi dal letto. Stanchezza progressiva tendente ad infinito.
Non che il resto della compagine subsonica sia messo meglio: ci ritroviamo a pranzo nell’accogliente ristorante dell’hotel e lo “stropicciamento” è evidente. Chi ha male alla schiena, chi alle gambe, chi dimostra l’età di Tuthmosis II….quicumque suum.
E si viaggia di nuovo.
Furgone in pista, attraversiamo l’Italia trasversalmente, da Colli del Tronto a Follonica, next gig. Il modo migliore è farlo via-strada statale, per cui mettiamoci comodi che quattro/cinque ore ci vanno tutte. Visto su una cartina, sembra un itinerario qualsiasi, ma non è proprio così. Si scollina dalle Marche all’Umbria tra tornanti e strade strette, non l’ideale appena mangiato. Ma poi…l’Umbria. Colli sinuosi e spazio, odore di tempi antichi e paesaggi narrati da tutti i più grandi poeti/scrittori italiani. Dal finestrino scorrono le immagini di uno dei luoghi più belli al mondo, con le cartoline in tempo reale di Trevi, Spello e Assisi. Roba grossa, amici.
Poi arriva la Toscana e la zona di Siena..una goduria per gli occhi e per il morale…un po’ come essere ad una sfilata di top model – quelle di qualche anno fa, eh, non gli stecchini di adesso. ;)
Sta di fatto che le ore volano in fretta ed arriviamo a Follonica. Il concerto si tiene di nuovo presso un campo sportivo, ma questa volta la situazione è alquanto spartana. Tutto è ridotto all’osso, camerini inclusi, si bada al sodo senza pippe da stardom del rock. Tra l’altro, questa è un po’ la filosofia alla base del Eden Tour estivo: concerti grossi, con tutto ciò che ne concerne, ma anche venue più piccole, in aree fuori dai grandi circuiti – l’importante è SUONARE.
Il soundcheck è brevissimo, visto che siamo in super-ritardo e poi ormai siamo più che collaudati. Io e Ninja andiamo a cena, con un manipolo di tecnici e la simpatica presenza di uno dei nostri tre manager (sì, una Triade tipo Moggi-Giraudo-Bettega ;-)) : Ado Scaini.
Voglio aprire una breve parentesi su questo personaggio.
Capello brizzolato lungo, occhiali scuri, look da boss cubano a Miami e sigaro perennemente in mano. Signori, Ado è uomo dall’illustre passato. Originario di Pordenone, a fine anni 70 dà il via a uno dei primi e più importanti collettivi punk in Italia, The Great Complotto. Non c’è ancora Internet ad unire le comunità mondiali, ma Ado e i suoi soci si muovono tra Pordenone e Londra, e sono pienamente in linea con ciò che succede Oltremanica. A seguire fonda la band Tampax (di cui è il cantante) e, quando i network nazionali sembrano conoscere solo Umberto Tozzi e i Collage, loro si esibiscono in performance incendiarie in patria e all’estero. Un loro disco, durante un tour in Inghilterra nel 1979, viene persino requisito da Scotland Yard, contenendo alcuni riferimenti alla (dubbia) verginità della Regina! Insomma: se aggiungiamo alcuni concerti finiti in rissa e parapiglia vari, abbiamo il ritratto di un vero Punk. Ma non basta.
A metà degli anni 80, Ado si butta nell’organizzazione dei grandi concerti e, assieme allo storico Fran Tomasi, realizza i più grandi eventi musicali di quegli anni: chi si ricorda degli U2 del Joshua Tree Tour o dei Pink Floyd a Venezia?
Da lì, il nostro si unisce ad altri due appassionati punk pordenonesi, Corrado e Sandro Rizzotto, che intanto hanno creato l’agenzia Indipendente Concerti (Radiohead, Muse, Coldplay..) ed ecco il quadro completo della Triade che oggi gestisce quegli altri 5 sciamannati dei Subsonica.
Il concerto.
Usciamo davanti a 2300 persone e la stanchezza pian piano svanisce. Partiamo sornioni, studiando la giusta tattica e dobbiamo anche fermarci un attimo perché il Boosta con la sua erculea possenza (;-)) è riuscito a dissaldare un pezzo del sostegno delle sue tastiere. I nostri tecnici la risolvono in poco tempo e ripartiamo. Ancora una volta è Samuel a rompere il ghiaccio: con le sue presentazioni sempre più ironiche e divertenti, il Cantantino infonde un’energia contagiosa. Portiamo a termine lo show in maniera egregia, visto e considerato lo stato fisico in cui versiamo.
Durante l’esecuzione de L’Angelo mi piace solitamente sedere e osservare le espressioni del pubblico. Oggi una mi colpisce a fondo: un ragazzo e una ragazza –evidentemente fidanzati- si guardano negli occhi per tutta la durata del pezzo e lei, in lacrime, gli canta nelle orecchie “ma io lottando ho avuto…te” . sono commosso, giuro.
La Musica ha più potere di qualsiasi arma, ricordatelo bene.
V
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