Le mie giornate, quando sono a casa e se gli impegni lavorativi me lo permettono, partono sempre con una bella nuotata in piscina e una sauna bollente. Questo a prescindere di cosa succederà durante le ore a venire.
Però fa un certo effetto rispondere alla domanda "...e oggi cosa fai?" con "mah, stasera suoniamo al Forum di Assago...". Le persone, di solito, strabuzzano gli occhi, come se un evento del genere necessitasse di una preparazione mistica di chissà quale genere. E invece no. Vasche a ripetizione, respirazione, rumore d'acqua nelle orecchie e poi scioglimento di ogni ritenzione nel calore secco profumato di legno. Tutto ciò mi mette di buon umore.
Oggi, tra l'altro, mi reco alla venue in solitaria, perché devo passare a ritirarmi alcuni abiti "di scena" con la nostra amata stylist Lucia. Il treno è forse il mio mezzo preferito per spostarmi: veloce, silenzioso...e poi mi permette di dedicarmi alla lettura di un libro che mi sta girando come un calzino - Il potere di Adesso di Eckhart Tolle. Dovessi fare un regalo ad un amico vero, sarebbe una delle prime scelte.
Quindi treno. Quindi abiti. Quindi Forum.
Eccomi qui, subito nei camerini a battere cinque ai miei compari già tutti arrivati, compreso il mio predecessore bassistico Pierfunk. Con questo prodigio delle cinque corde ci conosciamo da tempo, ma in questi giorni la mia stima nei suoi confronti è cresciuta ulteriormente: Pier è una persona talentuosa, divertente e molto attenta a ciò che gli succede attorno. Oltretutto, con lui mi sono reso conto di condividere una certa sfera "spirituale", divagando su argomenti che di raro riesco ad affrontare con le persone.
Ok. Andiamo a fare il soundcheck.
Attorno a me percepisco un po' di tensione e ne capisco al volo la causa. Questi "grossi" concerti è come se portassero con sè la responsabilità che tutto debba essere fantastico, sparato a mille: si sa, Milano ha sempre il suo parterre di discografici, artisti, giornalisti, attori...per cui, anche se è la "n" volta che suoniamo qui, la temperatura emozionale è piuttosto sul rosso.
Allora anche un battibecco tra me e Samuel su questioni di suono-che porta l'amico cantante a lasciare il palco del check per un quarto d'ora di incazzatura- si spiega facilmente. E, per una volta, la mia proverbiale permalosità se ne sta in tasca, consentendomi di correre in camerino, spiegarmi con Samu e riprendere felici le prove.
Si arriva in fretta al momento cena, consumato al volo con poco riso in bianco e verdure (bisogna star leggeri!! ;))e, di ritorno in camerino, incontro una figura a me ben nota: Eugenio Finardi!
La sua recente collaborazione con Max, lo ha infatti portato nella nostra orbita e noi lo abbiamo accolto a braccia aperte. Eugenio per me rappresenta il primo concerto "rock" della mia vita, alla implume età di 12 anni. Il tour era quello dell'album Dal Blu, che fece tappa anche nella mia natia Bussoleno e, visto che impazzivo per la canzone Le Ragazze di Osaka, i miei mi portarono a vederlo.
E pensate che Eugenio si ricorda alla perfezione quel concerto, così come milioni di altri aneddoti, che ci allietano il momento pre-show...è davvero bello quanto raro vedere artisti tanto legati alla loro passione e Finardi è uno di questi.
Nel frattempo è arrivata anche una delegazione della EMI, pronta a regalarci...un disco di platino a testa per Eden! Yes, ladies & gentlemen: con il nostro ultimo lavoro siamo riusciti a bissare Microchip Emozionale. ;) È una bella soddisfazione, no?
L'ora X si avvicina, per cui decido di chiudermi in una sala per una decina di minuti di meditazione (che prima di un bagno di folla fa sempre bene) e poi si va: brindisi, ancora un po' di stretching e via on stage!
Il Forum è la solita bolgia ribollente, un catino di umanità adrenalinica che ti piove in testa. Soprattutto durante la prima parte del concerto, dove siamo praticamente in mezzo alla gente...come succedeva 15 anni fa, appunto.
La nostra nuova scenografia mi entusiasma: mi era capitato già con il delirio tecnologico del tour di Eclissi, ma adesso - per certi versi- siamo persino oltre. Un ragno di passerelle e luci, con tre diversi tipi di scenari, il tutto per 2 ore e 20 di performance, quasi senza soluzione di continuità. Qualcuno mi ha detto che gli ricorda i palchi degli Iron Maiden...beh, non so se arriviamo a tanto, ma finora è lo scenario più Rock che abbiamo mai utilizzato.
È uno show che ti ingloba, dall'inizio alla fine.
Ho il mio momento di pausa, con la salita in scena di Pierfunk: me ne vado in camerino con le cuffie ancora accese e mi godo tutta la sua performance. Siamo davvero due bassisti agli antipodi, lui molto funk (appunto ;-))e ricco di tecnicismi,io molto "inglese" e diretto...e i due suoni così opposti, si amalgamano alla grande durante Per Un'Ora d'Amore, dove Pier con le "funk fingers" (le bacchette di legno alle dita) e io con il Whammy Pedal (un effetto che alza di due ottave il suono), ci dedichiamo una manciata di minuti di bassismo.
Arrivo a fine serata che quasi non me ne accorgo, se non per la stanchezza cosmica che mi attanaglia.
C'è ancora tempo per accogliere gli amici in un'area ospitality stile "festa delle medie" (;-)) nel backstage, tra divanetti e luci basse e poi è tempo di andare a cuccia, cercando di svuotare la mente dalle emozioni, che oggi sono state davvero tante.
Vicio
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