Siamo ancora in attesa della nuova scheda audio la cui consegna sta subendo un ritardo dovuto all'interruzione del traffico aereo negli Stati Uniti. Rivoluzioniamo il piano di lavoro e proseguiamo nei ritocchi agli arrangiamenti dei pezzi meno rifiniti. A causa della pausa di ieri non possiamo concederci il concerto di David Sylvian.
Continuano ad arrivare in casasonica svariati e coloriti e pieni di didascalie demotape. Alcuni mi incuriosiscono parecchio per la confazione altri recano a caratteri cubitali segnalazioni di amicizie con persone conosciute(?)in giro per l'Italia. La mia intenzione sarà quella di ascoltarli comunque tutti ma questa è una cosa che incomincerò a fare in qualche pigro pomeriggio d'inverno una volta terminato definitivamente il nuovo album.
Risposte tecniche su microchip emozionale. L'album in realtà è stato registrato con mezzi mica tanto esagerati. Un banco Ghost della soundcraft (linea piuttosto economica) un Otari 2 pollici (questo invece è già serio) mentre l'audio digitale è costituito da campionamenti su Akai s 1000. Le programmazioni sono state fatte su Atari. La pasta di gran parte del suono è valvolare poichè gli unici 2 eq decenti che avevamo a disposizione erano 2 canali drawmner 1961 (eq parametrico). Ciò che ha reso il suono singolare ,oltre la collaborazione in mixaggio con Marco Capaccioni (sound studio service di Città di Castello) e Carlo Rossi (Transeuropa di Torino) è stata proprio l'impronta artistica. Quello che ha dato un grande respiro al suono è stato l'intervento in sede di Mastering (operazione di "abbellimento" compressione e compattamento del suono che si esegue dopo il mixaggio finale) fatto da Mike Marsh all' Exchange di Londra. Mike Marsh fino ad allora aveva curato il mastering di lavori per Massive Attack, Prodigy, Rony Size, Chemical bros. etc. Abbiamo deciso che valeva la pena affrontare la spesa e abbiamo optato per il trasferimento inglese risparmiando su location, cibo e quant'altro pur di ottenere quella qualità sonora.
Nel nuovo nuovo album gran parte del budgett (ovviamente più generoso del precedente) è stato impiegato per portare il nostro studio ( casasonica) finalmente ai livelli di qualità tecnica necessari al confronto con tutte le realtà sonore nazionali e non.Anzichè fare le rockstar e andare a trascorrere mesi di registrazione in capo al mondo, abbiamo preferito acquistare di terza mano un vecchio mixer americano M.C.A.(da Funky Junk Milano) approfittando del fatto che in questo momento l'analogico è a torto quotato poco. Abbiamo rinnovato il sistema di programmazione con Logic ampliandoci anche all'acquisizione digitale. Ci siamo svenati per poter avere una buona conversione con un 8200 Apogee (8 canali) e ci siamo dotati di preamplificatori (Amek) e compressori valvolari. Il nostro sound è prevalentemente analogico ma la lavorazione sarà di carattere misto. Prevediamo quindi una qualità sonora molto più solida di quanto non sia successo in passato.
Decidiamo di prendere una giornata per tirare un po' il respiro.
Procediamo senza sosta dividendo nei diversi ambienti dello studio vari splittaggi del lavoro. Samuel è pressoché internato in uno stanzino a fare esperimenti sulle linee vocali in compagnia di un Logic e quei tre o quattro(cento) microfoni di differente forma colore e forse anche contenuto. Riesce anche a derubare il reparto video di Ferruccio sottraendo di nascosto uno microfono usato abitualmente come interfono (appena un gradino evolutivo superiore al citofono) seminando panico e disorientamento tra i tecnici. Ci siamo affiatati piuttosto bene con Marco Capaccioni che cura in modo specifico la parte tecnica di ripresa microfonica, sgravando Max che resta così molto più libero di concentrarsi sul lato più artistico-visionario delle sonorità e delle esecuzioni. Gianni che è il fonico residente smanetta su patch, collegamenti e microfoni trovando il tempo per far rotolare perle di saggezza (è un ballerino incredibile) sulle ritmiche e sui bpm. Trova anche il tempo di farci sbellicare con le sue proverbiali freddure che a volte causano sospensioni di interi quarti d'ora passati a rotolarsi dalle risate e ad asciugarsi le lacrime. E' importante avere creato un'atmosfera coesa ed impermeabile nel momento in cui c'è ancora chi ha voglia di venire a ricordarci di quanto avendo venduto bla bla bla è avendo avuto riconoscimenti bla bla è una tappa importante e forse i brani sono troppo difficili ed intimisti.
Oggi Ninja ha ricevuto uno scatolone pieno di percussioni (dalla Notak vicino a Milano fornite da Sergio il titolare personalmente di persona grazie atttè!) E subito si è scatenata la torcida. Mega session Najabinghi di ispirazione afro-caraibica con forti contaminazioni da tutti i giardinetti di zona dove la percussione nella nostra adolescenza l'ha sempre fatta da padrona. Si va avanti così fino ad esaurimento e poi prevale il senso del dovere oltre ad un principio di infiammazione al nervo acustico (avete presente che casino fanno le timbales percosse violentemente da chi non è proprio capace?) e ci rimettiamo al lavoro rifinendo i brani rimasti in sospeso. Ogni tanto Max si mette una mano sulla fronte pronunciando la seguente "miiinchia ci mancano ancora trre testi" Siccome va avanti così da un bel po' di giorni è del tutto probabile che si rivolga agli gnomi dello studio nella segreta speranza di trovarseli fatti e finiti il mattino successivo.
Non ci risulta di stare per pubblicare alcun libro dal titolo "Aurora" come risulta nell'articolo a pagina due di Musica allegato a Repubblica di oggi. In effetti tipo due anni fa abbiamo ricevuto un invito della Mondadori a pubblicare qualcosa, a cui avevamo dato una disponibilità di massima. Ma la proposta non ha avuto per ora alcun seguito.
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